Rassegna stampa 07.05.11

Ivan Quiselli
ANAGNI, Marangoni ancora nel mirino.

Il Tempo FR 07.05.11 (vedi anche Ciociaria oggi cronaca locale e il blog Anagni Caput Mundi)

Ivan Quiselli
ANAGNI, Marangoni ancora nel mirino.

Il Tempo FR 07.05.11 (vedi anche Ciociaria oggi cronaca locale e il blog Anagni Caput Mundi)
A finire nelle maglie dei controlli del personale del Corpo Forestale dello Stato, dopo mesi di indagine, stavolta è lo stabilimento di via Anticolana: il personale operativo del Comando stazione di Anagni, coordinato dell'ispettore capo Fabio Castellucci, ha denunciato alla Procura della Repubblica di Frosinone gli amministratori della società per emissione di sostanze pericolose nell'atmosfera.

«L'impulso alle indagini è stato dato da un esposto-denuncia, presentato al Comando Forestale da alcuni cittadini che abitano nelle vicinanze dell'opificio, esasperati di respirare, quasi quotidianamente, esalazioni maleodoranti provenienti dalla lavorazione per la produzione di pneumatici, con le conseguenze di varia natura che né sono derivate», spiegano dal Comando di Anagni. Gli agenti, allertati più volte da queste famiglie, sono riusciti a raccogliere una serie di elementi che hanno portato gli stessi ad avanzare l'ipotesi di reato prevista dal codice penale e a denunciare i responsabili della società. Sempre stando a quanto riferisce la Forestale, nel corso degli accertamenti la pattuglia operante ha avuto disturbi fisici dopo aver respirato le esalazioni provenienti dallo scarico industriale in questione. «In Italia – spiegano – sono sempre di più le segnalazioni circa le emissioni maleodoranti prodotte da aziende e attività industriali, un tempo lontane dai centri abitati e oggi inglobate nel tessuto urbano». Decisa e quasi immediata la replica del dott. Gerardo Magale, direttore dello stabilimento Marangoni Tyre di via Anticolana. «A noi – ha sottolineato – non risulta nulla di ciò che riporta il comunicato stampa del Corpo Forestale che non ha notificato nulla all'Azienda. Se fosse vero avremmo quantomeno ricevuto e sottoscritto un verbale di accertamento. Può darsi anche – ha concluso il dott. Magale – che come accade sempre più spesso in Italia si preferisce prima scriverlo sui giornali che notificarlo agli interessati. In ogni modo noi siamo assolutamente tranquilli perché abbiamo moltissimi verbali dell'Arpa Lazio che, chiamata a intervenire sull'argomento, ha sempre verbalizzato il contrario».


Regione Lazio. Dalla Giunta primo passo per l'acquisizione di Gaia
Roma, 6 mag (Il Velino) – La giunta della Regione Lazio ha varato oggi una proposta di legge per l’istituzione di “Lazio Ambiente”, la newco che acquisirà il Consorzio Rifiuti Gaia. “Sarà una società completamente pubblica e della Regione- ha spiegato il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che già lo scorso 28 aprile aveva preannunciato il provvedimento -. In seguito vedremo se ci sarà la volontà di entrare da parte del comune di Colleferro che è il proprietario dei terreni su cui sorgono gli impianti del Consorzio Gaia”. La delibera sarà ora trasmessa al Consiglio regionale e al ministero dello Sviluppo economico per una sua più rapida approvazione. “In consiglio si andrà velocemente – ha spiegato il governatore – anche perché è stata data disponibilità anche da parte dell’opposizione”. L’assessore regionale ai Rifiuti, Pietro Di Paolo ha poi spiegato che si tratterà di una società al 100 per cento regionale e “con un patrimonio di 20 milioni di euro, a dimostrazione che vogliamo fare le cose per bene. Dalla prossima settimana inizierà la trattativa con la nostra pre-offerta vincolante sia sul piano economico che su quello tecnico sull’acquisizione del Consorzio, in modo da poter espletare i passaggi di commissione necessari per l’iter della costituzione della newco. Contiamo in circa un mese di poter concludere la trattativa con il ministero”. Nessuna informazione sulla dimensione dell’offerta economica ma su una cosa Polverini si è detta certa: che non ci sarà alcun coinvolgimento di investitori privati: “No. In questo momento abbiamo stabilito che sia totalmente pubblico”.

Acqua, addio al Conviri, nuova agenzia nazionale di vigilanza
Roma, 6 mag (Il Velino) – A decorrere dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è soppressa la Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche (Conviri). E’ quanto prevede l’ultima versione del decreto sviluppo (in attesa della bollinatura della Ragioneria generale) che istituisce l’Agenzia nazionale di vigilanza sulle risorse idriche quale “soggetto giuridicamente distinto e funzionalmente indipendente dal Governo”. L’Agenzia avrà come missione la regolare determinazione e adeguamento delle tariffe, nonché la promozione dell’efficienza, dell’economicità e della trasparenza nella gestione dei servizi idrici.

L’Agenzia di vigilanza sulle risorse idriche, con indipendenza di valutazione e di giudizio, definisce i livelli minimi di qualità del servizio, sentite le regioni, i gestori e le associazioni dei consumatori, e vigila sulle modalità della sua erogazione, le componenti di costo per la determinazione della tariffa relativa ai servizi idrici per i vari settori di impiego dell'acqua. L’organismo fissa inoltre le modalità di revisione periodica, vigilando sull’applicazione delle tariffe, verifica la corretta redazione del piano d'ambito, emana direttive per la trasparenza della contabilità delle gestioni e valuta i costi delle singole prestazioni.
L’Agenzia di vigilanza sulle risorse idriche è organo collegiale costituito da tre membri (che durano in carica tre anni), di cui uno con funzioni di Presidente, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Le designazioni effettuate dal Governo sono obbligatoriamente sottoposte al parere delle competenti Commissioni parlamentari, che si esprimono entro 20 giorni dalla richiesta a maggioranza dei due terzi dei componenti. L’agenzia avrà 40 unità di personale, in posizione di comando provenienti da amministrazioni statali con oneri a carico dell’amministrazione di appartenenza di cui 20 persone dall’attuale Conviri.
A questo punto, alla luce della novità normative, dovranno essere valutati anche i referendum previsti per giugno. I due quesiti referendari sull'acqua dichiarati ammissibili dalla Consulta prevedono la richiesta di l’abrogazione della norma che prevede la privatizzazione della gestione dei servizi idrici attraverso un progressivo abbassamento delle quote azionarie che ancora i comuni detengono nelle ex municipalizzate. Altro quesito ritenuto ammissibile riguarda le tariffe, che secondo il decreto sviluppo vengono determinate dall’istituenda agenzia che alla luce del nuovo decreto definisce i livelli minimi di qualità del servizio: il quesito vuole cancellare la previsione secondo la quale la tariffa è determinata anche in base all'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e non solo rispetto alla qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere.

La Ue sorpresa dal DL sulla concessione delle spiagge per 90 anni

Roma, 6 mag (Il Velino) – La Commissione europea si è detta “sorpresa” della norma contenuta nel dl sviluppo presentato ieri dal governo. La portavoce del commissario Ue al mercato interno Michel Barnier ha infatti riferito che il provvedimento, se confermato secondo le modalità riportate dalla stampa, non sarebbe conforme alla regole del Mercato unico. Il nodo sarebbe la concessione per 90 anni ai privati delle spiagge italiane. Per questo Bruxelles si è già attivata per chiedere chiarimenti al nostro paese già oggetto di un paio di procedure di messa in mora su casi analoghi per il sistema sulle concessioni Marittime e per il rinnovo automatico degli affitti degli stabilimenti balneari per sei anni. Il provvedimento licenziato dal Cdm chiarisce che per riqualificare e rilanciare l’offerta turistica a livello nazionale e internazionale e assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che operano nei settori d’interesse, si prevede che “fermo restando, in assoluto il diritto, libero e gratuito, di accesso e raggiungimento della battigia, anche ai fini di balneazione, è introdotto un diritto di superficie avente durata di novanta anni”. Inoltre il diritto di superficie “si costituisce lungo le coste sulle aree inedificate formate da arenili, con esclusione in ogni caso delle spiagge e delle scogliere”. Sulle aree già occupate lungo le coste da edificazioni esistenti, aventi qualunque destinazione d’uso “ancorchè realizzate su spiaggia, arenile ovvero scogliera, salvo che le relative aree non risultino già di proprietà privata, le edificazioni possono essere mantenute esclusivamente in regime di diritto di superficie”. A distanza risponde il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sottolineando che il governo non ha “regalato” le spiagge ai privati, ma varato norme a “tutela” dei territori italiani.