Rassegna stampa 17.04.11

PROVINCIA DI ROMA

FIUGGI, LA REGIONE LAZIO DISCUTE SUL RECUPERO DEI CENTRI MINORI PER FARE UNA NUOVA LEGGE

Ecco La Notizia Quotidiana, 17.04.11 – di Giancarlo Flavi

PROVINCIA DI ROMA

FIUGGI, LA REGIONE LAZIO DISCUTE SUL RECUPERO DEI CENTRI MINORI PER FARE UNA NUOVA LEGGE

Ecco La Notizia Quotidiana, 17.04.11 – di Giancarlo Flavi

Importante  iniziativa della Regione Lazio, attraverso l’assessorato al Turismo guidato da Stefano Zappalà, per i piccoli comuni, che sono stati i protagonisti del convegno “Recupero dei centri minori” – Un nuovo modello di ospitalità diffusa, a cui hanno partecipato  l’On. Antonio Tajani (Vice presidente Commissione Europea). L’On. Luciano Ciocchetti (assessore urbanistica e centri storici minori) il Prof. Giancarlo Dall’Ara ( (l’albergo diffuso) e l’On. Stefano Zappalà che ha parlato dell’ipotesi di “ospitalità diffusa”. Nel pomeriggio, l’assemblea è stata presieduta dall’On. Giancarlo Miele (presidente Commissione Turismo Regione Lazio) e oltre agli interventi di vari sindaci e rappresentanti dei comuni, è intervenuto Marco Noccioli (Direttore Regionale Turismo) e Demetrio Carini (Direttore regionale Urbanistica). Così, presso il Teatro delle Fonti, stracolmo di amministratori di tutto il Lazio  e studenti dell’Ippssar di Fiuggi ( che hanno servito anche un lauto pranzo accompagnati dal preside e dai loro professori), si è svolta un’ampia discussione dalla quale  prendere spunti per fare una nuova legge snella e meno burocratica, o modificare quella precedente, al fine di definire un nuovo modello Lazio di ospitalità diffusa per rispondere allo spopolamento soprattutto  dei piccoli borghi.  Ha portato il saluto il Sindaco della città Fabrizio Martini, che ha ricordato il compleanno del Santo padre e qui è scattato un lungo applauso. Molto interessante, ovviamente è stata la relazione del prof. Giancarlo Dall’Ara che ha parlato di modello Italia, perché una prima esperienza è stata fatta nel lontano 1982 in Carnia, dove sono stati sfruttati i fondi post terremoto, oggi si  parla di un turismo di terza generazione. Su  questo tema sono state fatte in Italia ben 10 tesi di laurea, anche se dalla Puglia, per studiare l’albergo diffuso, sono andati in Brasile. “Vi sono norme complicate che si devono semplificare e c’è carenza di incentivi- ha affermato l’esperto- prof Dall’Ara-  Per fare questo si deve ovviamente cambiare mentalità, volere bene al proprio paese, essere accoglienti con i turisti, saper dare le informazioni che richiedono, insomma,  il  successo imprenditoriale dell’iniziativa dipende dalla capacità della persona di porsi come il risultato di un’idea corale, alla quale concorrono seppure con diverse funzioni, una pluralità di attori, pubblici e privati tra i quali, oltre all’attore principale che è l’imprenditore turistico, trovano spazio per il proprio sviluppo anche altre piccole e medie imprese  proprie e di altri settori produttivi come, ad esempio, il commercio, l’artigianato, l’agricoltura e la cultura. Quindi, la Regione Lazio ben conscia che il Turismo è materia affidata prevalentemente ad operatori privati intende contribuire allo sviluppo e al benessere della propria collettività con questa programmazione”. Per saperne di più però abbiamo voluto ascoltare da vicino i vari protagonisti, proprio a cominciare dall’On. Antonio Tajani che ci ha detto: “Le imprese che lavorano nel turismo sono una straordinaria risorsa per l’economia, regionale, nazionale ed Europea. Certamente sono imprese che devono innovarsi. Essere come Europa per attrarre turisti dal mondo cercare di trovare nuove idee. Quella dell’ospitalità diffusa è certamente una proposta intelligente che deve arricchire la rete imprenditoriale nel settore del turismo laziale e italiano, perché può permettere ai turisti di conoscere meglio i luoghi visitati, ma anche meglio inserirsi alla realtà di alcuni comuni che spesso sono poco conosciuti  e non sono meta turistica. Insomma, noi dobbiamo fare in modo che Roma e il Lazio rappresentino il grande catalizzatore di turismo. Roma non deve essere  l’unico punto di interesse. Ecco perché poi da Roma possiamo far spostare i turisti e farli arrivare in altre realtà, magari passare qualche giorno per conoscere borghi antichi che sono legati a città che hanno  una storia che affonda le proprie radici prima di Roma e pensiamo ad Alatri, Ferentino, con le loro mura ciclopiche a Veroli, insomma  la Regione Lazio ha delle risorse enormi che devono essere valorizzate  e utilizzate per creare ricchezza, benessere e posti di lavoro  per i nostri giovani”. Assessore Stefano Zappala, oggi a Fiuggi parte anche la stagione termale e, questa città è il simbolo del turismo, si parla di albergo diffuso? “Anche di albergo diffuso. Capita come fatto occasionale che ci sia questo incontro dibattito. L’obiettivo è quello di ragionare tutti insieme con gli amministratori locali e un po’ con tutto il territorio.  Ragionare su una ipotesi di utilizzazione dei comuni, o comunque del patrimonio edilizio esistente nei comuni in media sotto i 3.000 o 5.000 abitanti, che sono circa il 60 percento dei comuni del Lazio. Sono comuni poco frequentati, sono comuni dove ormai non ci abita più nessuno, sono comuni però, che possono rappresentare e rappresentano un patrimonio immenso”. Perché solo i centri storici e non gli altri borghi? Quando parliamo di albergo diffuso si parla di centri storici, in realtà con l’ipotesi nuova che vogliamo portare avanti con la recettività diffusa. Noi immaginiamo tutto il territorio del comune”. Quindi questo significa che un paese di punto in bianco diventa un grande albergo? “diventa una possibilità di utilizzazione come sistema ricettivo. Stiamo qui per fare la legge. La legge esiste solamente per gli alberghi diffusi e l’incontro di oggi è proprio per ragionare su una ipotesi legislativa se c’è la volontà, da parte degli operatori, delle amministrazioni locali di utilizzare questo immenso patrimonio”.  Con Giancarlo Miele, presidente della Commissione cultura del Consiglio regionale, chiediamo se pensano ad una legge che sia più snella? “ Certamente, questa giornata sarà il primo passo per andare a rivedere la normativa sugli alberghi diffusi all’interno della legge quadro sul turismo, legge 13 del 2007.  Noi vogliamo cercare di rendere l’ospitalità diffusa un volano per il turismo nei centri minori, nei piccoli centri del Lazio, che sono più di 250 i comuni sotto i 5.000 abitanti. Siamo convinti , come dimostrano gli studi del Touring Club, il Lazio che  ha dei bellissimi borghi,  meravigliosi, perciò, facendo una riforma ad hoc, dobbiamo riuscire a valorizzarli ed a metterli al centro di un mercato di turismo di nicchia che potrà rendere tantissimo a tutti questi comuni che ora sono a rischio spopolamento  e stanno diventando delle vere e proprie aree depresse della nostra regione”.  All’assessore provinciale al turismo, Massimo Ruspandini chiediamo se oggi è una giornata importante per il turismo? “Ci da la possibilità appunto di innescare un punto positivo per il rilancio del turismo approfittando di questo strumento dell’albergo diffuso che è particolarmente interessante per la nostra provincia”.  A Fabrizio Martini (sindaco di Fiuggi), oggi si parla di turismo ci sembra che questo convegno arrivi a fagiolo come suol dirsi? “Sono nella casa giusta. E’ l’ennesimo riconoscimento del ruolo che la città di Fiuggi ha nelle politiche del turismo della Regione Lazio  e questo ci fa molto piacere e ci conforta per il futuro e sicuramente con l’amministrazione regionale riusciamo a fare dei discorsi costruttivi”. Per quanto riguarda l’albergo diffuso, Fiuggi lo può fare? “ Fiuggi ha interesse all’albergo diffuso e credo come Fiuggi altre città e ragioneremo anche sulle soglie che sono previste nella proposta di legge che prevedono un tetto massimo di abitanti perché ci possa essere un albergo diffuso. Secondo noi quel tetto massimo va tolto, va eliminato perché penso a città come Alatri, Anagni, che hanno dei centri storici  molto belli e  sono abbandonati;  un albergo diffuso potrebbe dare uno sviluppo turistico che la città potenzialmente può avere”. Allora cosa prevede questa legge? “Che sotto i tremila abitanti ci può essere l’albergo diffuso sopra no! La dimensione non garantisce il potenziale turistico, ci può essere una cittadina più grande che ha un potenziale turistico, come può essere di mille abitanti che non ha nessun potenziale turistico. Va valutato il potenziale turistico, oltre alla dimensione”.  Al relatore che ha scosso l’ambiente con le sue dotti osservazioni e paragoni il  Prof. Giancarlo Dall’Ara, abbiamo invece chiesto: professore questo albergo diffuso come dovrebbe essere o  meglio come lo vede Lei? “L’albergo diffuso è l’albergo che non esiste in un piccolo borgo dove non ci sono molte altre strutture o soluzioni ricettive. E’ un albergo che difficilmente si vede se non si mette un’insegna, perché è composto da case che ci sono già. Queste case trasformate in camere. Una di queste case sarà il punto di accoglienza, ci saranno gli spazi comuni, ci sarà un punto ristoro per poter dare alle persone che vanno nelle case; una cosa che nessuno da i servizi alberghieri: assistenza, piccola colazione, informazioni sul territorio  e soprattutto accoglienza con un sorriso. Una cosa che molti borghi possono dare e che può essere il loro punto di forza , ma che non sono riusciti finora a trasformare in un prodotto. Ecco, l’albergo diffuso è il prodotto che manca”. Quindi lei come lo immagina? “Lo immagino come un albergo che non si costruisce, lo immagino che è già lì  e che sia gestito in maniera professionale e imprenditoriale, altrimenti è difficile che possa avere mercato. Sono particolarmente contento oggi, perché ho sentito l’entusiasmo dell’assessorato regionale che prende questa idee e che in piccola parte la vuole anche diversificare per offrire ai piccoli borghi del Lazio, che fino ad oggi hanno visto soltanto turisti passare, anche la possibilità di farli fermare”.  Infine, con il vice presidente della giunta regionale Luciano Ciocchetti; assessore questo albergo diffuso come deve essere? “E’ un’opportunità per riqualificare i piccoli centri storici della nostra regione, Ci sono 252 comuni sotto i cinquemila abitanti. Centri storici per lo più abbandonati oppure occupati da immigrati, oppure che sono in degrado e che noi dobbiamo assolutamente recuperare. Per recuperarli dobbiamo mettere in moto anche investimenti pubblici, ma anche investimenti privati attraverso attività turistico-recettive che  siano in grado di poter dare obiettivo di sviluppo”. Come si inserisce questo progetto con il piano casa? “ Si. Perché, può essere la possibilità  di incentivo che il Piano Casa. Questo   non consentiva nei centri storici di svilupparsi, perché hanno dei vincoli ai decreti ministeriali della sovrintendenza, ma utilizzandoli come alberghi diffusi che sono realtà compatibili con l’esistenza e il recupero e la riqualificazione urbana dei centri storici e possibile dare dei piccoli incentivi che consentono di poter attivare questa piccola attività”. Il convegno è stato coordinato da Antonella Armentano del TG3 – L’assessore Zappalà ha presentato anche il portale Web “Il Lazio da scoprire” che ospiterà  il calendario eventi per tutta la regione” a partire dal prossimo 6 maggio e il nuovo marchio ilmiolazio. Fuori ad accogliere gli ospiti anche gli Sbandieratori di Cori.

CARPINETO ROMANO, I RAGAZZI DELLA SCUOLA MEDIA ADOTTANO UN BOSCO DI FAGGI

Ecco La Notizia Quotidiana, 17.04.11

Un bosco di faggi è stato adottato dagli alunni delle classi IIA e IIB della scuola media “Leone XIII” di Carpineto Romano nell’ambito del progetto “La scuola adotta il bosco”. Il bosco “adottato” si trova in località “Acquicciola” a Pian della Faggeta sui Monti Lepini che sovrasta il paese. I ragazzi, dopo averne studiato la flora, la vegetazione e la fauna, hanno fatto l’ultima lezione in loco all’ombra di maestosi faggi con il comandante della stazione del Corpo Forestale dello Stato di Carpineto Romano, Fausto Masi, sulla bellezza del bosco e la necessità di tenerlo in vita grazie alla pulizia dai rifiuti, spesso frutto di comportamenti non eco-compatibilli, alla prevenzione dal taglio indiscriminato delle piante e ad un controllo rigoroso e puntuale degli interventi antropici. La lezione si è conclusa con la pulizia del terreno del bosco da plastica, carta ed altro e con la svelatura di una targa, donata dal Comune, che ricorda la giornata. Alla “cerimonia” erano presenti oltre agli agenti della Forestale, anche il sindaco di Carpineto Romano Quirino Briganti, l’assessore all’ambiente Luigi Cacciotti, l’assessore all’istruzione Matteo Battisti. “Conoscere ed amare il bosco, significa non solo preservarlo ma anche diffondere una nuova coscienza sulla natura – ha detto Briganti – Questo bosco è parte del grande polmone verde dei Monti Lepini, ancora intatto nella sua maestosità e va tramandato e preservato per i nostri nipoti”. Il progetto è stato svolto in collaborazione con il Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Carpineto Romano, il Comune di Carpineto Romano, il Corpo Forestale dello Stato, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il Ministero dell’Istruzione e il Comandante Masi ha proposto “che questa giornata possa ripetersi anche il prossimo anno, magari rivolgendo la nostra attenzione ad un bosco di carpini, gli alberi che hanno dato il nome al paese”.