Rassegna stampa Retuvasa 4.1.11

CECCANO. INCENDIO NELL'AUTODEMOLIZIONE, E' ALLARME AMBIENTALE
Il punto a mezzogiorno, 03.01.11
Ancora in corso l’incendio che si è sviluppato ieri pomeriggio all’interno dell’impianto di autodemolizioni in via Anime Sante a Ceccano. Dalle 15 di ieri, quindi, centinaia di rottami di vetture stipati in una grossa struttura, sono state avvolte dalle fiamme. 

Nube tossica causata da incendio a Ceccano (FR) – Tgr Lazio 4.1.11

CECCANO. INCENDIO NELL'AUTODEMOLIZIONE, E' ALLARME AMBIENTALE
Il punto a mezzogiorno, 03.01.11
Ancora in corso l’incendio che si è sviluppato ieri pomeriggio all’interno dell’impianto di autodemolizioni in via Anime Sante a Ceccano. Dalle 15 di ieri, quindi, centinaia di rottami di vetture stipati in una grossa struttura, sono state avvolte dalle fiamme. 

Nube tossica causata da incendio a Ceccano (FR) – Tgr Lazio 4.1.11

Segnalato da Claudio Martino – Eco della Rete

Un incendio scoppiato in un'autodemolizione di Ceccano (FR), ormai da diversi giorni, sta sprigionando una nube tossica che costringe gli abitanti della cittadina ciociara a star rintanati in casa.

Ultimamente Ceccano ha raggiunto gli onori della cronaca per l'acqua avvelenata dall'arsenico. Della serie "piove sul bagnato"

IN AZIONE IL ROBOT SPEGNIFUOCO

Ultimissime 4.1.11- di Sonia Costa

CECCANO – È giunto da Roma un robot telecomandato (in foto) in ausilio ai Vigili del Fuoco di Frosinone i quali, da un paio di giorni, stanno cercando di domare le fiamme che hanno avvolto il centro di autodemolizione situato in via Anime Sante a Ceccano. Un robot spegnifuoco che viene utilizzato a Ceccano per la seconda volta in assoluto in tutta la regione Lazio (la prima volta è stato azionato per lo spegnimento di un rogo avvenuto a Roma all’interno di una galleria) visto che è uno degli ultimi "arrivati” in casa dei Vigili del Fuoco del Lazio e svolge la funzione sia di spegnimento delle fiamme che di telecamera e quindi di controllo della situazione all’interno della struttura dove oltre al problema delle fiamme che tendono ad aumentare sempre di più (più che altro per la presenza delle numerose vetture che prendono fuoco di volta in volta) esiste anche il pericolo che la struttura possa crollare e quindi la necessità di un robot che svolgesse questi compiti. Dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco fanno sapere che ci vorrà ancora altro tempo per domare del tutto il rogo, probabilmente altre 24 ore se non addirittura 48 visto che nel deposito sono presenti anche bombole del gas e materiale ammucchiato che sta andando e potrebbe andare ancora a fuoco. Oltre ai Vigili del Fuoco sono presenti sul posto il personale del Noe Carabinieri di Roma nonché i responsabili dell’Arpa Lazio visto che la nube di fumo è ancora presente e potrebbe essere pericolosa.

IL MESSAGGERO FR 4.1.11 P.30 SUL TEMA

di Denise Compagnone

Pensavano di aver scampato il peggio e invece, proprio quando tutti stavano per tirare un sospiro di sollievo, le fiamme presso il centro di autodemolizioni Liburdi di via Anime Sante, a Ceccano, si sono alzate di nuovo. E ancora bruciano plastica, lamiere, ferro e pneumatici. L’intera vicenda, almeno fino al pomeriggio di domenica scorsa, era apparsa come la storia di un pericolo scampato. Al di là del furgone rimasto carbonizzato e dell’impianto elettrico completamente da rifare – il cui black out dovrebbe essere alla base dell’incendio -, infatti, poco altro era rimasto a bruciare sotto le fiamme sviluppatesi poco dopo pranzo, intorno alle15, nel centro ceccanese, a pochi chilometri dal confine con Patrica. Un danno di migliaia di euro, certo, ma niente a che vedere con quello che sarebbe accaduto da lì a poco. Le fiamme infatti, ancora è da stabilire con quali modalità e quali cause, hanno ripreso vigore nella parte posteriore del capannone continuando a bruciare per tutta la notte e tutta la giornata di ieri. A poco sono valsi gli sforzi della Protezione Civile di Ceccano e dei Vigili del Fuoco di Frosinone presenti sul posto in formazione massiccia insieme con le forze dell’ordine: l’intero contenuto del capannone è andato in fumo e la struttura ora rischia di crollare da un momento all’altro.

La colonna bianca di fumo è rimasta visibile per chilometri mentre la puzza di plastica bruciata appestava l’aria dell’intero comprensorio. Sul caso è stata aperta una inchiesta e sul posto ieri sono arrivati i carabinieri della stazione e della Compagnia insieme ai colleghi del Nucleo Operativo Ecologico dell’Arma che insieme ai tecnici dell’Arpa dovranno valutare le cause e soprattutto le ripercussioni dell’incendio e della nube che si è sprigionata.

E ieri pomeriggio, intorno alle 17, mentre ancora i pompieri erano intenti a gettare acqua sulle fiamme dell’autodemolizioni, a qualche chilometro di distanza, in via San Giuseppe, località Pescara, un boato ha scosso il silenzio della zona, sulle pendici della montagna. Era una caldaia che scoppiava nel sottotetto di un’abitazione per un corto circuito elettrico dalla sorgente ancora da definire, probabilmente un frigorifero o un congelatore. Fortunatamente i residenti, tra cui una dipendente del comune di Ceccano, abitando al piano di sotto, non hanno riportato danni. Ma ancora una volta le fiamme si sono alzate avviluppando tutto il contenuto del sottotetto in legno, utilizzato a mo’ di sgabuzzino. Anche in questo caso è stato provvidenziale l’intervento dei Vigili del Fuoco, i quali sono poi tornati al lavoro in via Anime Sante.

LA PROVINCIA FR 4.1.11 P.45 SUL TEMA

di M.L.L.

La colonna di fumo denso ha continuato ad alzarsi dal capannone della ‘Liburdi Demolizioni Industriali' per tutta la notte tra domenica e lunedì scorsi e per l'intera giornata di ieri. Non è un caso se del fatto è stato informato anche il Nucleo Ecologico dei Carabinieri e i tecnici dell'Arpa. Con l'utilizzo di un'autobotte arrivata appositamente da Roma i vigili del fuoco continuano a lavorare senza sosta all'interno del sito di via Morolense (tra Ceccano e Patrica) dove, dalle 15 di domenica scorsa, un grosso incendio sta distruggendo materiali gommosi e ferrosi in quantità industriale. Il primo mezzo andato a fuoco, come detto, è stato un eurocargo appena adeguato secondo le nuove normative Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti), parcheggiato davanti uno dei capannoni per il deposito del ferro. Lo stesso capannone all'interno del quale in poco tempo si sono propagate le fiamme provocando i danni maggiori. Quanti ieri mattina non sapevano ancora del rogo si sono resi conto del fatto appena messo il naso fuori casa: dall'alba la città di Ceccano è stata invasa dall'acre odore del fumo; con il passare delle ore l'ondata si è spostata verso i paesi dei Lepini per invadere Frosinone nel tardo pomeriggio. Il sito è stato presidiato dal comandante dei carabinieri di Ceccano Pasquale De Gennaro che con i suoi uomini ha assistito all'incessante lavoro dei vigili; ieri mattina anche i tecnici dell'Arpa hanno effettuato un sopralluogo per la verifica dei fumi. Interessati anche gli amministratori comunali.

PROPOSTA DELLA PROVINCIA DI FROSINONE: LA REGIONE AFFIDI ALLE PROVINCE GLI ATO DI ACQUA E RIFIUTI  

La Provincia FR 4.1.11 p.2 di Cesidio Vano

Affidare le competenza degli Ambiti territoriali ottimali (Ato) in materia di acqua e rifiuti alle Province. E' questa la proposta che l'amministrazione provinciale di Frosinone intende avanzare alla regione Lazio chiamata, entro il prossimo marzo, a decidere i soggetti a cui trasferire quelle competenze a seguito dell'abolizione decisa dalla legge 42/2010 (che ha convertito il decreto sul contenimento delle spese degli enti locali) degli stessi Ato.

La norma, infatti, prevede che entro un anno dalla sua entrata in vigore (cioè entro il 27 marzo 2011) gli Ato (sia per l'acqua che per i rifiuti) cessano di esistere ed eventuali atti da loro adottati oltre quella data siano nulli. Entro la stessa data, le regioni debbono stabilire a quali soggetti debbano essere trasferite le competenze degli Ato. Le province potrebbero essere gli enti migliori a tale scopo, perché soddisfacenti – per struttura ed organizzazione – alle norme in materia vigenti. Ma è possibile che si ricorra a nuovi soggetti: aziende o quant'altro. Finora, la regione Lazio non ha intrapreso alcuna azione legislativa a riguardo, ed allora, la provincia di Frosinone ha deciso di avanzare una propria proposta di legge, che sarà di iniziativa del consiglio provinciale, per indicare proprio gli enti provinciali quali "successori" degli Ato.

La prima massa l'ha fatta ieri la Commissione atti istituzionali della Provincia di Frosinone, presieduta dal Consigliere Sara Giansanti, che ha approvato la proposta di legge regionale avanzata dall'Assessore al Riordino istituzionale Giuseppe Paliotta (foto).

Nello schema di proposta di legge "Paliotta", che ora dovrà passare al vaglio dlel'aula consiliare per essere quindi approvata e trasmessa all'Assemblea regionale, è tra l'altro spiegato: «I principi ispiratori di tali leggi regionali dovrebbero essere quelli di semplificazione, sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza (…) La Regione Lazio, con legge del 1996 suddivise il territorio in cinque ambiti territoriali ottimali corrispondenti quasi completamente alle cinque Province. La presente proposta di legge, in sintonia con la predetta legge regionale, individua le Province quale livello istituzionale al quale attribuire tutte le funzioni di governo che – in base a quanto previsto dal Decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152 e successive modificazioni – fanno capo all'Autorità d'Ambito. Nel Lazio queste funzioni sono disciplinate per il servizio idrico integrato dalla citata legge regionale n.6 del 1996 e per il servizio della gestione integrata dei rifiuti urbani dalla legge regionale n.27 del 1998».

Oltre al presidente Giansanti, ieri mattina in Commissione erano presenti i consiglieri Fabio Bracaglia, Giuseppe Patrizi, Andrea Amata e Simone Constanzo. La proposta ha ottenuto quattro voti a favore e un astenuto (Costanzo). Il Comsigliere Amata, al proposito ha dichiarato: «Si tratta di un attento segnale politico della classe dirigente della Provincia di Frosinone – ha detto Amata – che testimonia di voler anteporre i preminenti interessi territoriali ai disegni anacronistici di un neocentralismo regionale. E' in atto un processo federalista – ha aggiunto Amata – che responsabilizza i territori, pertanto formule di gestione che scavalcano l'ambito provinciale sono in contraddizione con le dinamiche di modernità istituzionale incoraggiate dal Governo nazionale».

ANAGNI. EX DEPOSITO MILITARE, A GIORNI CONCLUSA LA PROCEDURA DI ACQUISTO

La Provincia FR 4.1.11 p.23

Sono ormai in dirittura d'arrivo le pratiche d'acquisizione da parte del comune dell'ex area militare. Con lungimiranza il Sindaco e l'Amministrazione hann, infatti, programmato un nuovo futuro per il territorio anagnino ritenendo vantaggioso e importante l' acquisto una grossa superficie di 187 ettari e 48.000 metri cubi di costruzioni (unico appezzamento così vasto del centro Italia), insistente nel territorio anagnino, al costo di solo 6 milioni di euro. Un'acquisto che va dunque nella direzione di un nuova, rivoluzionaria strategia di programmazione e pianificazione territoriale.

Il Tempo FR 4.1.11

 PM10 FRUSINATE, MAI COSI' POCHI SUPERAMENTI DAL 2001, MA IL QUESTO PERIODO I VALORI SONO AL SOLITO ALTISSIMI

Il Messaggero Fr 4.1.11 p.29

di Gianpaolo Russo

Livelli di inquinamento record a Frosinone e provincia. Gli ultimi dati pubblicati dal sito Arpa Lazio evidenziano come l’ultimo giorno del 2010 si sia chiuso con il “botto” del Pm 10. Basti pensare che la centralina di via Puccini ha misurato qualcosa come 199 microgrammi al metro cubo di polveri sottili, valori di ben tre volte superiori a quelli limiti stabiliti per legge (50 mg/mc) e secondo valore più alto dell’anno appena chiusosi. Dati enormemente superiori ai limiti sono stati registrati anche dalla centralina ubicata in viale Mazzini dove sono stati riscontrati 108 mg/mc, vero e proprio record da quando è stata installata. Ma che l’ultimo giorno dell’anno sia stata una “catastrofe” dal punto di vista della salute dell’aria, è dimostrato anche dai valori rilevati dalle altre centraline sparse in provincia: tutte hanno registrato valori di gran lunga superiori ai limiti consentiti. A Ceccano si è raggiunto quota 183, segue Cassino 147, quindi Alatri 116, Ferentino 97, Anagni e Fontechiari 62. L’anno nuovo si è aperto ancor più negativamente rispetto alla chiusura del 2010. La centralina di via Puccini ha segnato valori di 218 mg/mc, quella di viale Mazzini 113 (il giorno 2, 152 e 104). Statisticamente è il periodo più difficile sotto il profilo del Pm 10 con il 31 dicembre, insieme al primo giorno dell’anno nuovo, da sempre i giorni più neri. E molti addebitano il fenomeno ai fuochi d’artificio e ai botti di fine anno. Complessivamente Frosinone si conferma nel 2010 la città più inquinata della Ciociaria con 108 superamenti in un anno, seguita da Cassino con 47, Ceccano 42 (tutte città che avendo superato i 35 giorni in un anno devono adottare provvedimenti limitativi alla libertà di circolazione). Poi a ruota i centri minori con Ferentino arrivata a 20 superamenti in un anno, Anagni 18, Alatri 17 e Fontechiari con 2.

Nel capoluogo si registra comunque un lieve miglioramento della qualità dell’aria rispetto agli anni precedenti. Nel 2009 furono 122 i giorni inquinati mentre per avere valori vicini a quelli di quest’anno bisogna risalire a dieci anni fa quando furono 107 i giorni di sforamento dei parametri. Migliorata anche la media della concentrazione di polveri sottili con 47 mg/mc in un anno rispetto ai 51 del 2009, 52 del 2008, 58 del 2007 e 64 del 2006.

EXTRA VALLE. I DISASTRI DELLA PARTITOCRAZIA: L'OTTAVO COLLE DI ROMA

Notizie radicali, 4.1.2011 

Come spesso accade quando è imminente un'emergenza, le forze politiche di centro, di destra e di sinistra, invece di attivarsi per evitarla pensano a scaricarsi le responsabilità. E' quello che in questi giorni sta accadendo sulla questione dei rifiuti. E’ bene ricordare che, per periodi più o meno lunghi, tutti, tranne i Radicali, hanno governato la Regione Lazio ed il Comune di Roma. In questi anni, nessuna maggioranza, di qualsiasi colore essa sia stata, ha saputo dare una risposta concreta sulla questione Malagrotta e nessuna Giunta ha saputo programmare sull'impiantistica necessaria e sulla raccolta differenziata. La verità è che il disastro è bipartisan. Le accuse di lasciti di debiti e di questioni irrisolte inerenti alla sanità e ai rifiuti, che ogni qual volta cambia il colore di una giunta siamo costretti a dover ascoltare, non giustifica minimamente l'inoperosità di chi oggi governa il Campidoglio e la Regione. In questi giorni parecchi sono stati gli articoli di giornale che, in un modo più o meno accurato, hanno parlato della discarica più grande d’Europa. Questo articolo vuole dare un piccolo contributo di chiarezza in merito alla discarica, e ai problemi ancora non risolti, che rendono oggi tale sito insostituibile […]