Rassegna stampa Retuvasa 27.01.11

COLLEFERRO

Al via l’ultima fase di risanamento dell’area inquinata

TRATTATIVA CON SECOSVIM PER LA BONIFICA DI ARPA 2

L’ufficio commissariale attende la stesura del nuovo progetto per l’avvio della conferenza dei servizi. Mancano i fondi per la reindustrializzazione e l’avvio del progetto della Valle dei Latini

Cinque giorni 27.01.11, p.16

COLLEFERRO

Al via l’ultima fase di risanamento dell’area inquinata

TRATTATIVA CON SECOSVIM PER LA BONIFICA DI ARPA 2

L’ufficio commissariale attende la stesura del nuovo progetto per l’avvio della conferenza dei servizi. Mancano i fondi per la reindustrializzazione e l’avvio del progetto della Valle dei Latini

Cinque giorni 27.01.11, p.16

Sarà la Secosvim a eseguire la bonifica dell'area Arpa 2 di Colleferro. L'ufficio commissariale per l'emergenza della Valle del Sacco ha raggiunto un accordo con la società per la stesura e realizzazione di un progetto di risanamento dell'area colleferrina colpita dall'inquinamento. Entro fine mese dovrebbe essere tutto pronto per l'avvio della conferenza dei servizi dove si discuterà insieme agli organi regionali e provinciali le misure cautelari per l'avvio dell'ultima fase del piano di bonifica. «Nel giro di poco tempo termineremo anche la bonifica dell'Arpa 1 e del Benzoino, dove i lavori stanno procedendo a un ritmo serrato – spiega il sub commissario per l'emergenza Pierluigi Di Palma. Contemporaneamente stanno procedendo anche le analisi sui campioni di cittadini residenti sulle sponde del fiume Sacco – continua. Abbiamo diverse indicazioni anche dalla Regione sul nuovo piano di monitoraggio e posso tranquillizzare tutti che l'adozione del piano sta volgendo a termine nel migliore dei modi». Resta più complessa la soluzione della vicenda di qualche mese fa in un'area al di fuori della perimetrazione dove sono state individuate tracce di beta esaclo ro c icloesa n o. L'ipotesi più accreditata al momento resta quella del riporto di terra contaminata, ma tecnici specializzati stanno approfondendo le analisi per capire l'esatta origine del problema. Ma se la bonifica procede, secondo il subcommissario, a ritmo serrato, tutto resta ancora fermo sul piano del rilancio economico dell'area. Persi ormai i 70 milioni di euro per la reindustrializzazione del sito, destinati circa un anno fa dalla Regione all'emergenza lavorativa, anche la promettente Valle dei Latini sembra destinata a scomparire. Da circa dieci mesi si è costituita una società di gestione per il sostegno alle attività zootecniche ma tardano ad arrivare i fondi della Regione. Del suo futuro, e non solo, se ne discuterà il prossimo 3 febbraio in Regione alla presenza del nuovo gruppo dirigente dell'Arsial, un'occasione per capire quanti fondi ci sono per l'attività di riqualificazione, unica speranza di salvezza per agricoltori e allevatori colpiti dal disastro ecologico.

L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE PROVINCIALE FABIO DE ANGELIS SOLLECITA I COMUNI A RISPONDERE AL BANDO PER I CONTRIBUTI ALL'AVVIO E AL POTENZIAMENTO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Il Messaggero FR 27.01.11 p.31 (prima) – di Denise Compagnone 

La maglia nera che Frosinone detiene con Viterbo a proposito di percentuale di raccolta differenziata attiva nella Regione Lazio, rischia di rimanere tale anche con il nuovo bando predisposto dalla Provincia che mette a disposizione 4 milioni di euro di finanziamento regionale, per incentivare i comuni all’avvio della differenziata e per sostenerne le spese. Infatti finora a rispondere sono stati in pochissimi. È vero che la scadenza è a fine febbraio, ma è anche vero che il bando è stato pubblicato già un mese fa, a fine dicembre. L’assessore all’ambiente, Fabio De Angelis, così, ieri pomeriggio ha riunito i sindaci della provincia per fare il punto ed invitarli a presentare progetti, oltreché a raccogliersi, nel caso di comuni inferiori a 2000 abitanti, in unioni di comuni, pena la possibilità di non poter partecipare. Eppure proprio i comuni più piccoli, dagli ultimi dati a disposizione, sono quelli che più facilmente riescono a dotare la città del porta a porta o sistemi similari. È il caso, ad esempio del comune di Fumone, che sfiora quota 50%, a cui segue Ripi con il 30%. Tra i più grandi spicca solo il capoluogo con un’ascesa che parte dal 15% del 2009. Ma complessivamente la media è bassissima: nel 2009 la quota della provincia era di 8.9%. “Nel 2010 non ci sono ancora dati ufficiali ma dovrebbe assestarsi sul 15% – ha detto ieri De Angelis -. Cifre ben lontane dal 65% stabilito dalla Regione per l’anno 2011 nel nuovo piano dei rifiuti”.

L'ASSESSORE ALL'AMBIENTE DELLA PROVINCIA DI VITERBO PAOLO EQUITANI: TROPPO COSTOSO INVIARE IL CDR VITERBESE A COLLEFERRO

On tuscia

Si è tenuto a Palazzo Gentili un incontro fra la Provincia e i sindaci della Tuscia per aprire una discussione sul piano regionale dei rifiuti e per concordare soluzioni condivise per la chiusura del ciclo.

L’assessore all’Ambiente Paolo Equitani (foto), insieme al presidente della Commissione Ambiente Francesco Galli, ha aperto la riunione illustrando i contenuti del piano e le novità introdotte.

“Per la prima volta – ha spiegato l’assessore – nella gestione dei rifiuti si è ragionato in un’ottica di ATO (Ambito Territoriale Ottimale) regionale e di sub ambiti territoriali corrispondenti alle province laziali. Per ciò che riguarda la Provincia di Viterbo, abbiamo una discarica situata a Monterazzano che ha ancora una discreta autonomia, e un impianto di trattamento meccanico in località Casale Bussi che produrrà Cdr (combustibile da rifiuto). Il piano regionale prevede che il Cdr prodotto a Viterbo venga trasportato e bruciato nel termovalorizzatore più vicino, quello di Colleferro. Abbiamo fatto una valutazione dei costi e siamo giunti alla conclusione che per smaltire il Cdr a Colleferro i Comuni si troveranno a dover spendere una cifra che si aggira nell’ordine dei 60 euro a tonnellata. Tuttavia – ha aggiunto Equitani – il piano regionale lascia spazi di manovra alle Province che potranno proporre soluzioni per la chiusura del ciclo sul territorio. Fermo restando che, il nostro obiettivo primario resta quello di favorire una raccolta differenziata spinta e portata ai livelli massimi, è necessario concentrare l’attenzione sullo smaltimento del Cdr, che rischia di avere pesanti ripercussioni sulle casse dei Comuni”.

L’assessore Equitani ha inoltre ribadito l’intenzione di avanzare alla Regione una proposta largamente condivisa, attraverso incontri e discussioni con i sindaci, come avvenuto martedì pomeriggio con un confronto acceso ma costruttivo, fra tutti i primi cittadini intervenuti. Resta comunque confermata la volontà dell’amministrazione provinciale di chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio, assumendosi una responsabilità politica e ricercando fino all’ultimo la più ampia unità d’intenti.

Sarà fondamentale da questo punto di vista il lavoro che svolgerà la Commissione Ambiente. “Il nostro obiettivo – ha spiegato il presidente Galli – è quello di individuare la soluzione più vantaggiosa dal punto di vista economico ed ambientale con l’intenzione di tutelare i diritti dei cittadini. E’ dunque necessario avviare un confronto ricco e costruttivo, aperto alle ipotesi migliori, sgombrando il campo da posizioni demagogiche fondate su pregiudizi di natura ideologica”.

ANAGNI. SCHIUMA NELL'AREA DEL DEPURATORE MARANGONI. LO SEGNALA LA STESSA AZIENDA, CHE PRECISA DI NON ESSERNE RESPONSABILE

Il Messaggero FR 27.01.11 p.32 – di Paolo Carnevale

Sale ancora una volta il livello d’attenzione per le condizioni dell’ambiente nella zona delle Quattro strade di Anagni, in seguito al ritrovamento di una notevole quantità di schiuma bianca nei pressi del depuratore della Marangoni Tyre. Ma stavolta a segnalarla è direttamente la dirigenza della ditta. Che annuncia: “quella schiuma non è nostra, siamo stati noi a denunciarla”. Ieri mattina infatti, più o meno intorno alle 13, i militari della Guardia di Finanza della città dei papi, capitanati dal maresciallo Ceglie, hanno operato un intervento in zona in seguito all’arrivo di una segnalazione relativa alla presenza di forti quantità di schiuma bianca nel corso d’acqua presente nella zona. Una situazione già verificatasi altre volte, sempre con l’intervento della guardia di finanza e del personale Arpa. Che anche in questo caso è infatti arrivato a fare i prelievi di rito. Che dovranno poi essere analizzati per dare un nome alle sostanze presenti nel corso d’acqua.
Nel pomeriggio però, come si diceva, è arrivata la puntualizzazione della dirigenza della ditta anagnina. E’ stato proprio il direttore dello stabilimento anagnino, l’Ing. Gerardo Magale, a rendere noto che “ la Guardia di Finanza l’abbiamo chiamata noi, assieme ai vigili del fuoco ed al personale dell’Arpa, appena abbiamo visto che c’era questa schiuma nelle acque del fiume. Già altre volte era successo, ed anche in questo caso abbiamo segnalato il tutto alla Procura della Repubblica”. Impossibile per ora sapere, ovviamente, di cosa si tratti. E soprattutto, chi sia il responsabile di questi sversamenti: “si tratta con ogni probabilità di sostanze tensoattive che creano la schiuma al contatto con l’acqua- ha detto ancora Magale-; saponi con ogni probabilità usati per lavare qualcosa, e la cui schiuma finisce per inondare l’acqua che poi arriva nella zona del nostro depuratore”. Insomma, Magale ha messo le mani avanti , facendo capire che la schiuma non deriva dall’attività del suo stabilimento. Nei prossimi giorni, le analisi Arpa dovrebbero dare un quadro più chiaro della situazione.

SCHIUMA NEL FOSSO ALLE QUATTRO STRADE, LA MARANGONI CHIEDE L’INTERVENTO DELL’ARPA

La Provincia FR 27.01.11 p. 24

Schiuma nel fosso alle Quattro Strade, la Marangoni chiede l'intervento dell'Arpa. Ieri mattina il fosso alla base della condotta finale del depuratore della Marangoni, presentava una collera bianca, che lo ricopriva completamente. Sul posto si portavano i finanzieri della Brigata di Anagni, che fotografano la situazione interessando il Comando che a sua volta si rivolgeva all'Arpa di Frosinone. L'Agenzia aveva già ricevuto tramite fax analoga richiesta da parte della dirigenza della Marangoni, la società ogni volta additata come responsabile del fenomeno.

Nel pomeriggio giungevano sul posto i Carabinieri di Anagni, assieme alla pattuglia di PG della Polizia Municipale. Le divise venivano raggiunte da Gerardo Magale direttore della Marangoni, e dai tecnici dell'Arpa. Dopo aver effettuato i rilievi, ed ascoltato le lamentele dei residenti ma soprattutto la relazione del direttore Magale, finalmente veniva deciso di ispezionare i pozzetti di raccolta primari, dove secondo le segnalazioni della Marangoni, confluiscono scarichi di altre aziende. Il sospetto che la schiuma che ogni tanto imbianca il canale, fosse dovuta a sostanze estranee alle lavorazioni dello stabilimento di pneumatici, lo avevamo esternato più volte.

E ieri pomeriggio il confronto tra i risultati di analisi effettuate a breve distanza di tempo e di luogo, pareva confermare certe ipotesi. La schiuma potrebbe essere generata da particolari detersivi presenti nelle acque di scolo, utilizzati per il lavaggio di enormi contenitori naturalmente a servizio di aziende. Si tratterebbe di una prassi non lecita e sicuramente non autorizzata, e ieri tra i presenti in molti si chiedevano "l'ufficio tecnico comunale, è a conoscenza di quanto accade?". All'ambiente ed al territorio, e naturalmente in primis ai cittadini, interessano poco i processi sommari; importa invece, che si stia bene attenti a non spargere veleni nell'aria, nel sottosuolo e nelle acque.

 

LazioTV (Tg 27.01.2011) intervista Luciano Bracaglia su manifestazioni contro PM10

Contro la presenza dei bus COTRAL, continua e massiccia fonte di inquinamento, all'interno del quartiere Scalo di Frosinone, il blog gestito da Luciano Bracaglia ed altre organizzazioni hanno indetto un forum ed un flash mob – segnalato da Claudio Martino, Eco della rete


Vedi anche Frosinone bella e brutta

 

NASCE UNINDUSTRIA. VICEPRESIDENTE MARCELLO PIGLIACELLI

Un vicepresidente, ricordiamolo, favorevole all'inceneritore di car fluff Marangoni e all'olio di tabacco nella Valle del Sacco per la centrale ad olio di palma di Guarcino. La redazione augura al neovicepresidente di comprendere, come altri industriali hanno già compreso, cosa significa mantenere un'industria forte attraverso la green economy (ndr)

Il Messaggero FR 27.01.11 p.32 – di Vittorio Buongiorno

«Noi abbiamo rinunciato a qualche poltrona, ma le aziende ciociare ci guadagneranno enormemente». Ne è convinto Marcello Pigliacelli, il presidente di Confindustria Frosinone che da ieri è il nuovo vicepresidente di Unindustria dopo la “fusione” delle associazioni degli industriali di Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo. «Il sistema Lazio diventa così il secondo in Italia per numero di associati e il primo per estensione geografica», come ha spiegato Aurelio Regina, il presidente degli imprenditori di Roma che guiderà la neonata associazione. Al battesimo, ieri, c’era anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il presidente di Confindustria Lazio, Maurizio Stirpe. «Senza di loro – commenta Pigliacelli – non ci saremmo imbarcati in questa avventura. Dubbi ne ho avuti, ma li abbiamo tutti chiariti. Oggi parte un veliero da Oceano Atlantico, qualcuno non l’ha capito. Peccato».

Il riferimento è a Latina, unica associazione del Lazio a restare fuori. «Ci dispiace che non faccia parte del progetto – ha commentato Regina – ma sono convinto che una volta partiti, anche quei timori legittimi verranno a cadere, possiamo trovare una intesa in tempi brevi anche con Latina».

Al momento, con un patrimonio netto di 20 milioni, Unindustria rappresenta oltre 4.000 imprese, il 90% degli associati a Confindustria Lazio. Il 70 % opera nei servizi, il 30% del manifatturiero. Il 90% di queste aziende ha meno di 100 dipendenti, per un totale di 250 mila addetti. «Un numero – ha sottolineato Regina – di cui le istituzioni non possono non tener conto. Accanto a un progetto di efficientamento e semplificazione del sistema noi guardiamo a un progetto di rafforzamento delle nostre politiche e della capacità di rappresentarle». Una novità, anche Frosinone, che produrrà benefici. «Un conto è quando si siede al tavolo il presidente di una Confindustria provinciale, un conto è quando tratta una associazione che rappresenta un comprensorio così grande e così forte», spiega Maurizio Stirpe che nel comitato di presidenza , avrà il compito di tradurre in realtà le ambizioni della fusione. Con lui ci saranno, come vicepresidenti, Marcello Pigliacelli e i suoi omologhi di Rieti e Viterbo, Gianfranco Castelli e Domenico Merlani. Ma nel board di Unindustria siederanno anche Franco Bernabè, Alessandro Caltagirone, Flavio Cattaneo, Giampaolo Letta, Eduardo Montefusco, Mauro Moretti, Rocco Sabelli, Maurizio Stirpe, Attilio Tranquilli, Giorgio Zappa e Rudi Bertoli. «Il 15 febbraio a Valmontone si riunirà la prima assemblea associativa – ha spiegato Regina – nella stesso giorno in cui verrà inaugurato il nuovo parco a tema».

Da parte di Unindustria occhi puntati, ovviamente sullo stabilimento Fiat di Cassino: «La Fiat ha posto un tema di competitività per un comparto e per l’azienda – ha spiegato Regina – il suo non è stato un tentativo di rivoluzionare le relazione sindacali. Per questo se questa sfida arriva anche nel nostro territorio, per rendere più competitivo lo stabilimento di Cassino, noi saremo vicini alla Fiat».