Rassegna stampa 12.07.11

RS in elaborazione

Gli espropri per l'aeroporto di Frosinone sotto la lente
Il Messaggero Fr 12.07.11 p.32 – di Vittorio Buongiorno e Debora Compagnoni

L’esproprio dei 300 ettari necessari alla realizzazione dell’aeroporto costerà almeno 30 milioni di euro. La cifra viene fuori dai prezzi indicati nella variante al piano territoriale regionale per l’attuazione dell’area aeroportuale pubblicata nei giorni scorsi dall’Asi, e in particolare dal Piano particellare di esproprio. Analizzando le osservgazioni, circa 80, presentate nel 2009 dopo la pubblicazione delle particelle interessate, a fronte dei dubbi e delle paure dei proprietari delle aree, l’Asi ha chiarito a quanto si sarebbero potuti espropriare terreni agricoli, terreni edificabili e soprattutto le abitazioni che incidono nell’area dove teoricamente dovrebbe sorgere lo scalo aeroportuale.

RS in elaborazione

Gli espropri per l'aeroporto di Frosinone sotto la lente
Il Messaggero Fr 12.07.11 p.32 – di Vittorio Buongiorno e Debora Compagnoni

L’esproprio dei 300 ettari necessari alla realizzazione dell’aeroporto costerà almeno 30 milioni di euro. La cifra viene fuori dai prezzi indicati nella variante al piano territoriale regionale per l’attuazione dell’area aeroportuale pubblicata nei giorni scorsi dall’Asi, e in particolare dal Piano particellare di esproprio. Analizzando le osservgazioni, circa 80, presentate nel 2009 dopo la pubblicazione delle particelle interessate, a fronte dei dubbi e delle paure dei proprietari delle aree, l’Asi ha chiarito a quanto si sarebbero potuti espropriare terreni agricoli, terreni edificabili e soprattutto le abitazioni che incidono nell’area dove teoricamente dovrebbe sorgere lo scalo aeroportuale.
L’Asi spiega come sono stati fissati i prezzi. «Sono stati esaminati 21 atti di compravendita tra l’ottobre 2003 e il settembre 2008 dai quali risultano transazioni per complessivi 203.943 metri quadrati che a fronte di un esbroso di 1 milione 832 mila euro determinano un valore medio dei terreni di 8,98 euro al metro quadrato». A quella cifra sono stati aggiunti un coefficente di attualizzazione e uno di sicurezza («non essendo noti i tempi di sviluppo del procedimento in oggetto»), che hanno portato il valore conclusivo a 12,50 euro/mq dei terreni destinati alle infrastrutture aeroportuali, «mentre quelli destinati a servizi fuori dal perimetro aeroportuale – si legge nel piano -, nelle zone di espansione del Ptr dell’Asi sono stati indicati a 15 euro al metro quadrato».
Quanto ai fabbricati si è fatto ricorso ai valori indicati dall’Agenzia delle entrate per le aree extraurbane di Frosinone e Ferentino e «il valore medio ottenuto è di 1.200 euro/mq», mentre per i ruderi verranno pagati 300 euro al metro quadro. Ma su tutti questi prezzi incombe una mannaia del 25% visto che la legge lo consente laddove l’espropriazione «sia finalizzata ad interventi di sviluppo economico sociale», come è il caso dell’aeroporto.
A questo punto viene da chiedersi chi tirerà fuori una simile cifra. La spa Aeroporto di Frosinone? O piuttosto la Regione? Di certo ieri mattina l’assemblea dei soci di AdF ha deliberato l’aumento di capitale per due milioni di euro, da concretizzarsi entro dicembre 2011. Una mossa necessaria per spianare la strada all’ingresso della Regione Lazio che l’ha già deliberato a sua volta diversi mesi fa stanziando un milione e 350mila euro. «Contiamo di ufficializzare l’ingresso della Regione entro settembre – spiega il presidente di AdF Gabriele Picano – In quei giorni scadranno anche i termini per la proposta di eventuali rilevazioni sulla Vas. Apriremo così la cabina di regia per rimodulare il progetto ad aeroporto regionale: conto di attivare la nuova conferenza dei servizi entro l’anno nuovo».
Entro la fine di luglio, invece, prevista la firma dei protocolli di intesa con i comuni di Sora e Valmontone che AdF ha invitato ufficialmente ad entrare nel capitale sociale (quota minima 25mila euro). Intanto vanno avanti anche i progetti paralleli correlati all’aeroporto. «Abbiamo chiesto all’Asi – spiega Picano – di procedere con l’esproprio dell’unico lotto di terreni per realizzare l’eliporto. A breve il consorzio ci comunicherà l’esito della perizia e cercheremo di arrivare ad un accordo bonario con i proprietari. Poi non rimane che il bando di gara per la realizzazione. Contiamo di fare anche questo entro la fine dell’anno».
La direttrice ASI: tempi lunghi
di Emiliano Papillo
«La Variante Urbanistica al Piano territoriale regionale per l’attuazione dell’Area aeroportuale intermodale di Frosinone non sarà approvata in modo definitivo in tempi brevi. Dopo la pubblicazione avvenuta in questi giorni infatti, cittadini ed associazioni avranno 60 giorni per fare le osservazioni. Queste saranno esaminate una ad una per poi decidere se accoglierle o meno, poi la documentazione andrà alla Regione Lazio», ha spiegato ieri la direttrice dell’Asi di Frosinone Katya Cameracanna. «L’Ente di via Pisana dovrà approvarla con un consiglio regionale per poi inviarcela di nuovo – continua la direttrice – Quindi sarà recepita da noi e passerà all’approvazione dei consigli comunali di Frosinone e Ferentino che la rimanderanno alla Regione Lazio. Ci vorranno almeno quattro mesi. La Variante per l’Asi è un atto dovuto, ma il Consorzio ha solo una funzione amministrativa non tecnica che compete invece a Regione Lazio e società Adf», ha continuato Cameracanna. Ma gli espropri? «Anche in questo caso l’Asi non c’entra nulla, li farà l’Adf».

AdF: aumento di capitale deliberato
Ciociaria oggi 12.07.11 – dal sito AdF
L'aeroporto di Frosinone punta ad accogliere due milioni e mezzo di passeggeri. Per questo ieri mattina la società ha deliberato un aumento di capitale di due milioni di euro. Questi soldi saranno sborsati in prevalenza dalla Regione per un milione e 350 mila euro, ma, il cda della società punta forte anche sui Comuni di Sora e Valmontone. Le quote poi potranno essere sottoscritte anche dagli altri soci come Provincia e Comune di Frosinone, l’Asi, la Camera di commercio e il Comune di Ferentino.

«Abbiamo deliberato un aumento di capitale di due milioni di euro, tale da consentire ad altri soci di sottoscrivere ulteriori quote – spiega Gabriele Picano, presidente di Adf – Si tratta di un fatto di indubbia rilevanza: così permettiamo l’ingresso della Regione sulla base anche della rinnovata richiesta della Polverini per un milione e 350 mila euro. Oltre alla Regione inoltreremo l’invito anche ai Comuni di Sora e Valmontone, soci strategici per lo sviluppo dell’aeroporto. In più c’è anche una richiesta della Provincia di sottoscrivere ulteriori quote, il resto delle quali, per un minimo di 25 mila euro, sarà offerto agli altri soci. In questo modo il capitale sociale di Adf sarà portato a sei milioni di euro». Picano, incassata la delibera del cda, si mostra convinto di poter proseguire nell’iniziativa: «In questo progetto ci credono in tanti. Il 7 luglio è stata pubblicata la Vas, la valutazione ambientale strategica, e sono iniziati a decorrere  termini per eventuali osservazioni. A settembre, al termine della Vas, istituiremo un tavolo tecnico con la Regione per rimodulare il progetto per 2,5 milioni di passeggeri. Secondo la Vas, infatti, c’è una compatibilità ambientale a sopportare fino a tre milioni di passeggeri, ma noi vogliamo rimanere al di sotto. Secondo gli studi effettuati, a queste  condizioni l’aeroporto produce reddito ». Eppure a novembre è stato pubblicato uno studio che ipotizza la chiusura di 24 scali italiani: si tratta di piccole strutture, spesso in zone periferiche, scarsamente utilizzate e di conseguenza piene di debiti. «Conosciamo la politica dell’Enac – ribatte Picano – L’Enac ritiene che alcuni scali debbano esser chiusi, ma l’Italia, rispetto ad altri paesi quali Francia e Germania, è in controtendenza visto che ha pochi aeroporti minori. L’Enac dismette aree per darle alle Regioni, ma ricordiamo che il nostro è un project financing che non grava sulle casse dello Stato. In questo caso l’investimento si può fare, non c’è contrasto con l’Enac. Il compito nostro è di fare il bando e la progettazione preliminare, dopodiché saranno i privati ad accollarsi il costo dell’operazione. Intanto stiamo procedendo con la richiesta degli espropri per l’ultima parte dell’area dell’eliporto, altra opera collaterale così come lo spostamento della stazione ferroviaria di Frosinone ». Altro punto interrogativo è la compatibilità con l’attività dell’aeroporto militare. «Dovremo attivare degli incontri per definire la compatibilità con i militari – conclude Picano – Ma c’è già una volontà ufficiosa di collaborare. Del resto in Italia altri aeroporti funzionano così».