Prossimi incontri mostra orrori della Guerra

Venerdi’ 10 dicembre, ore 18.30, Sala Ludus, Via L. Da Vinci, Colleferro (RM).

 
Incontro con il dott.

Venerdi’ 10 dicembre, ore 18.30, Sala Ludus, Via L. Da Vinci, Colleferro (RM).

 
Incontro con il dott. MARIO LIMODIO, infettologo tropicalista, “Ruanda 13 anni dopo” e Padre GIULIO ALBANESE, missionario comboniano, “Le mie Afriche”
 
Nell'ambito della manifestazione GLI ORRORI DELLA GUERRA – foto, incontri e testimonianze (Colleferro, (RM) 3 – 18 dicembre 2010), organizzata dall’ L’Associazione Culturale Gruppo Logos, La Rete per la Tutela della Valle del Sacco, l’Unione Giovani Indipendenti e il circolo Arci Evelyne di Anagni si terrà un incontro con Padre Giulio Albanese (missionario comboniano) sull'argomento LE MIE AFRICHE e il dott. Mario Limodio (infettologo tropicalista) sul tema RUANDA 13 ANNI DOPO.
 
 
Padre Giulio Albanese è un missionario e giornalista italiano, appartiene alla Congregazione dei Missionari Comboniani.
 
Ha diretto il New People Media Centre di Nairobi e fondato nel 1997 la Missionary Service News Agency, ora divenuta Missionary International Service News Agency (MISNA). Attualmente collabora con varie testate giornalistiche per i temi legati all'Africa e al Sud del mondo tra cui Avvenire, Vita, Radio Vaticana e il Giornale Radio Rai. Dal febbraio del 2007 insegna "giornalismo missionario/giornalismo alternativo" presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma ed è direttore delle riviste missionarie delle Pontificie Opere Missionarie PP.OO.MM. È anche autore di alcuni libri di tema missionario.
 
Nel luglio del 2003 il presidente Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito del titolo di Grande ufficiale della Repubblica Italiana per meriti giornalistici nel Sud del mondo.
 
 
Il dott. Mario Limodio è infettologo tropicalista presso l’ospedale di Frosinone.

Sabato 11 dicembre, Aula Consiliare del Palazzo comunale di Colleferro (RM), Piazza Italia, ore 18.00 Nell'ambito della manifestazione GLI ORRORI DELLA GUERRA – foto, incontri e testimonianze (Colleferro, (RM), 3 – 18 dicembre 2010), organizzata dall’ L’Associazione Culturale Gruppo Logos, La Rete per la Tutela della Valle del Sacco, l’Unione Giovani Indipendenti e il circolo Arci Evelyne di Anagni si terrà un incontro con la giornalista GIULIANA SGRENA che presenterà il suo libro "Il Ritorno" (ed. Feltrinelli).

IL RITORNO A cinque anni dal suo rapimento, Giuliana Sgrena è tornata in Iraq. Dapprima timidamente, nella regione di confine controllata dai kurdi. Poi, finalmente, a Baghdad. Ritornare in luoghi tanto amati, ma anche così drammatici, non può che essere per lei fonte di vivo shock. Ma poco dopo, la giornalista del “manifesto” lascia spazio alla descrizione di ciò che vede. Ora la vita, nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, sembra riprendere i ritmi del periodo di Saddam Hussein. La gente torna a mangiare sulle rive del Tigri, le donne riconquistano una visibilità sociale e politica, tanto da abbandonare il velo, e anche la sinistra sociale, seppur con fatica, sembra riconquistare uno spazio che tradizionalmente le appartiene. Insomma, la nuova strategia americana di accordarsi con gli anziani dei villaggi sunniti ha di fatto tolto spazio politico alla propaganda armata del fondamentalismo islamista. Ma alla vigilia del “disimpegno” americano nell’area non tutti i problemi paiono essere risolti. Con grande sensibilità umana e giornalistica, Giuliana Sgrena ci racconta perché. GIULIANA SGRENA Scrive per il quotidiano "il Manifesto" dal 1988, per il mensile "Modus vivendi" dal 1997 e per il settimanale tedesco "Die Zeit". Rapita il 4 febbraio 2005 dall'Organizzazione della Jihad islamica mentre si trovava a Baghdad (Iraq) per realizzare una serie di reportage per il suo giornale, è stata liberata dai servizi segreti italiani il 4 marzo in circostanze drammatiche che hanno portato al suo ferimento e all'uccisione di Nicola Calipari, uno degli agenti dei servizi di sicurezza italiani che dopo lunga e efficace trattativa la stavano portando in salvo. La sua liberazione era stata invocata in più appelli video trasmessi dal capo dello stato Carlo Azeglio Ciampi (che le aveva conferito nel 2003 il titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana per la sua attività di giornalista e scrittrice) e della sua sorte si era preoccupato (dal letto dell'ospedale Gemelli di Roma in cui si trovava ricoverato) anche Papa Giovanni Paolo II.