Inceneritori Colleferro, staccare la spina prima che sia troppo tardi.

Inceneritori Colleferro
Staccare la spina, prima che sia troppo tardi!
29 gennaio 2016 – Conferenza stampa al Comune di Colleferro

 

 

Il 29 gennaio prossimo alle ore 17 l'aula consiliare del Comune di Colleferro ospiterà una conferenza stampa promossa dall’ Amministrazione comunale sugli inceneritori di Colleferro congiuntamente alle associazioni che hanno sottoscritto il ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio portato avanti dal Comune di Colleferro: Unione Giovani Indipendenti, Comitato Residenti Colleferro, Retuvasa, Comitato NobioMetano Artena, Circolo Arci Montefortino '93, Artenaonline.

 
Come associazioni faremo chiarezza sulle valutazioni che ci hanno portato a condividere l’iniziativa del ricorso al TAR ed annunceremo le nostre future iniziative di mobilitazione sulle quali si sta nuovamente realizzando una ampia rete di collaborazione tra un gran numero di associazioni del territorio, come già è accaduto in passato e col senso di una ancor più drammatica urgenza.
 
L'Amministrazione ha deciso a suo tempo di ricorrere al T.A.R. in conseguenza alla della delibera regionale che prevede l'estensione dell'autorizzazione d'impatto ambientale (A.I.A.) all'inceneritore di proprietà di Lazio Ambiente.
 
Ne condividiamo le ragioni e riteniamo estremamente preoccupante la situazione, perché tra rinnovi di autorizzazioni, manifestazioni di interesse per l'acquisto degli impianti e intenzioni di ammodernamento delle strutture, si anticipa un disegno politico che punta ad allungare la vita degli inceneritori. Il loro rilancio è considerato il motore economico per il salvataggio e la privatizzazione della società Lazio Ambiente, prospettata da Regione Lazio entro la prima metà dell’anno.
 
Il risanamento degli inceneritori, il cosiddetto ‘revamping’, altro non sarebbe se non una completa ricostruzione che richiederebbe investimenti per decine di milioni di euro, per cui il recupero dei capitali investiti e relativi profitti richiederebbe una attività degli impianti per almeno 15-20 anni. In tal caso la chiusura degli impianti sarebbe esclusa e con essa ogni possibilità di poter istituire una gestione dei rifiuti virtuosa e non impattante sul territorio e sulla salute di chi lo abita.
 
Acea, Rida Ambiente, è indifferente per la popolazione sapere chi sia il gruppo d'affari pronto ad acquistare gli impianti, poiché a questo punto non c'è né margine di trattativa né possibilità di discutere. Si deve solo agire affinché si arrivi alla chiusura.
Il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale per un’impiantistica che si è dimostrata nei fatti obsoleta, antieconomica e notevolmente inquinante è un’assurdità, soprattutto a fronte degli innumerevoli dati epidemiologici che accusano gli inceneritori di Colleferro dell'aumento di gravi patologie nella popolazione (si veda lo studio Eras sul sito www.eraslazio.it). Da questo studio si evince il riscontro evidenzia l’aumento dei ricoveri ospedalieri del 79% per problematiche salutari incrementate della presenza degli impianti in questione.
Senza dimenticare che sulle due ciminiere pende anche un processo penale in corso per traffico illecito dei rifiuti che ha coinvolto più di venti tra cui anche dirigenti e tecnici dell'allora consorzio GAIA, oggi Lazio Ambiente Spa.
Il 29 gennaio ci saremo perché bisogna staccare la spina, prima che sia troppo tardi.
 
 
Colleferro, 26 gennaio 2016

Inceneritori Colleferro
Staccare la spina, prima che sia troppo tardi!
29 gennaio 2016 – Conferenza stampa al Comune di Colleferro

 

 

Il 29 gennaio prossimo alle ore 17 l'aula consiliare del Comune di Colleferro ospiterà una conferenza stampa promossa dall’ Amministrazione comunale sugli inceneritori di Colleferro congiuntamente alle associazioni che hanno sottoscritto il ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio portato avanti dal Comune di Colleferro: Unione Giovani Indipendenti, Comitato Residenti Colleferro, Retuvasa, Comitato NobioMetano Artena, Circolo Arci Montefortino '93, Artenaonline.

 
Come associazioni faremo chiarezza sulle valutazioni che ci hanno portato a condividere l’iniziativa del ricorso al TAR ed annunceremo le nostre future iniziative di mobilitazione sulle quali si sta nuovamente realizzando una ampia rete di collaborazione tra un gran numero di associazioni del territorio, come già è accaduto in passato e col senso di una ancor più drammatica urgenza.
 
L'Amministrazione ha deciso a suo tempo di ricorrere al T.A.R. in conseguenza alla della delibera regionale che prevede l'estensione dell'autorizzazione d'impatto ambientale (A.I.A.) all'inceneritore di proprietà di Lazio Ambiente.
 
Ne condividiamo le ragioni e riteniamo estremamente preoccupante la situazione, perché tra rinnovi di autorizzazioni, manifestazioni di interesse per l'acquisto degli impianti e intenzioni di ammodernamento delle strutture, si anticipa un disegno politico che punta ad allungare la vita degli inceneritori. Il loro rilancio è considerato il motore economico per il salvataggio e la privatizzazione della società Lazio Ambiente, prospettata da Regione Lazio entro la prima metà dell’anno.
 
Il risanamento degli inceneritori, il cosiddetto ‘revamping’, altro non sarebbe se non una completa ricostruzione che richiederebbe investimenti per decine di milioni di euro, per cui il recupero dei capitali investiti e relativi profitti richiederebbe una attività degli impianti per almeno 15-20 anni. In tal caso la chiusura degli impianti sarebbe esclusa e con essa ogni possibilità di poter istituire una gestione dei rifiuti virtuosa e non impattante sul territorio e sulla salute di chi lo abita.
 
Acea, Rida Ambiente, è indifferente per la popolazione sapere chi sia il gruppo d'affari pronto ad acquistare gli impianti, poiché a questo punto non c'è né margine di trattativa né possibilità di discutere. Si deve solo agire affinché si arrivi alla chiusura.
Il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale per un’impiantistica che si è dimostrata nei fatti obsoleta, antieconomica e notevolmente inquinante è un’assurdità, soprattutto a fronte degli innumerevoli dati epidemiologici che accusano gli inceneritori di Colleferro dell'aumento di gravi patologie nella popolazione (si veda lo studio Eras sul sito www.eraslazio.it). Da questo studio si evince il riscontro evidenzia l’aumento dei ricoveri ospedalieri del 79% per problematiche salutari incrementate della presenza degli impianti in questione.
Senza dimenticare che sulle due ciminiere pende anche un processo penale in corso per traffico illecito dei rifiuti che ha coinvolto più di venti tra cui anche dirigenti e tecnici dell'allora consorzio GAIA, oggi Lazio Ambiente Spa.
Il 29 gennaio ci saremo perché bisogna staccare la spina, prima che sia troppo tardi.
 
 
Colleferro, 26 gennaio 2016