MANCATO SCIOGLIMENTO ADF

Comunicato Stampa
Rete per la Tutela della Valle del Sacco
 
Il paradosso di una società aeroportuale inutile che non si scioglie.

 


Il presidente e commissario vicario di AdF, Francesco Cappelli, che come si legge sulla stampa ha rilevato l’impraticabilità dell’oggetto sociale e le difficoltà oggettive anche limitatamente alla realizzazione dell’eliporto, nonché ricordato i rilievi avanzati dalla Corte dei Conti, ha proposto una via che da tempo appare l’unica sensata: lo scioglimento della società.
 
La decisione del CdA di AdF di ripassare la palla alla Regione, che progressivamente si è ritratta dalla realizzazione di un’opera inutile, non onorando i precedenti impegni, significa a nostro avviso due cose. La prima è che i soci, e in particolare il Consorzio ASI, non intendono rinunciare a una Variante urbanistica da 300 ettari. La seconda è che i soci, senza dubbio con una mossa intelligente, cercano di limitare i danni, in quanto non sanno come risolvere un buco finanziario oggetto di un’inchiesta di peculato da parte della Procura e di verifica contabile da parte della Corte dei Conti.
 
A fronte del disagio subìto dalla cittadinanza, oggetto a suo tempo di avviso di esproprio e di una programmazione del territorio inefficiente e controproducente, è auspicabile che si ponga finalmente e celermente un termine a questo inaccettabile balletto. La responsabilità, a questo punto, è della Regione Lazio. E sarebbe opportuno che, nel frattempo, i Comuni di Frosinone e Ferentino non rinominassero i propri decaduti membri del CdA.    

 
Valle del Sacco, 19.10.13.

Comunicato Stampa
Rete per la Tutela della Valle del Sacco
 
Il paradosso di una società aeroportuale inutile che non si scioglie.

 


Il presidente e commissario vicario di AdF, Francesco Cappelli, che come si legge sulla stampa ha rilevato l’impraticabilità dell’oggetto sociale e le difficoltà oggettive anche limitatamente alla realizzazione dell’eliporto, nonché ricordato i rilievi avanzati dalla Corte dei Conti, ha proposto una via che da tempo appare l’unica sensata: lo scioglimento della società.
 
La decisione del CdA di AdF di ripassare la palla alla Regione, che progressivamente si è ritratta dalla realizzazione di un’opera inutile, non onorando i precedenti impegni, significa a nostro avviso due cose. La prima è che i soci, e in particolare il Consorzio ASI, non intendono rinunciare a una Variante urbanistica da 300 ettari. La seconda è che i soci, senza dubbio con una mossa intelligente, cercano di limitare i danni, in quanto non sanno come risolvere un buco finanziario oggetto di un’inchiesta di peculato da parte della Procura e di verifica contabile da parte della Corte dei Conti.
 
A fronte del disagio subìto dalla cittadinanza, oggetto a suo tempo di avviso di esproprio e di una programmazione del territorio inefficiente e controproducente, è auspicabile che si ponga finalmente e celermente un termine a questo inaccettabile balletto. La responsabilità, a questo punto, è della Regione Lazio. E sarebbe opportuno che, nel frattempo, i Comuni di Frosinone e Ferentino non rinominassero i propri decaduti membri del CdA.    

 
Valle del Sacco, 19.10.13.