Dossier Retuvasa – CODICI su aeroporto Frosinone

Il dossier è disponibile cliccando qui

Il servizio di Alfredo Di Giovampaolo sull'aeroporto di Frosinone e sulla presentazione del dossier (TGR 02.08.11 ore 14) (Da Claudio Martino ed Eco della Rete)

A seguire il comunicato stampa CODICI-Retuvasa del 02.08.11, il sostegno al dossier dei gruppi regionali Verdi-PRC del 03.08.11, la disponibilità di Francesco Scalia a un confronto pubblico, gli altri articoli apparsi sulla stampa (in aggiornamento).

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Il servizio di Alfredo Di Giovampaolo sull'aeroporto di Frosinone e sulla presentazione del dossier (TGR 02.08.11 ore 14) (Da Claudio Martino ed Eco della Rete)

A seguire il comunicato stampa CODICI-Retuvasa del 02.08.11, il sostegno al dossier dei gruppi regionali Verdi-PRC del 03.08.11, la disponibilità di Francesco Scalia a un confronto pubblico, gli altri articoli apparsi sulla stampa (in aggiornamento).


COMUNICATO STAMPA

RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO E CODICI PRESENTANO IL DOSSIER

“FROSINONE, UN AEROPORTO CHE NON PUÒ DECOLLARE”

Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa organizzata da Re.Tu.Va.Sa. e Codici: “Frosinone, un aeroporto che non può decollare”. Nel corso della conferenza il Prof. Francesco Bearzi, Responsabile provinciale Ambiente CODICI e Coordinatore provinciale Re.Tu.Va.Sa e l’Avv. Carmine Laurenzano, Responsabile Nazionale Ufficio Legale CODICI, hanno presentato un dossier sul progetto di scalo regionale a Frosinone e sulla relativa Variante Aeroportuale Intermodale al PTR promossa dal Consorzio per lo sviluppo industriale. E’ intervenuto anche il Dott. Luigi Gabriele, Segretario Provinciale CODICI. Oggetto sconosciuto Quello che è emerso dall’analisi approfondita del progetto è tutta una serie di criticità che vanno dalla sicurezza, alle rotte di volo, ai vincoli di operatività, alla tutela ambientale, all’inquinamento acustico. Non da ultimo, si segnala come i costi per la realizzazione dell’aeroporto siano stati sottostimati, fattore che, insieme agli altri, suggerisce che lo scalo potrebbe non diventare mai operativo. Più volte in passato, in particolare in occasione della conferenza dei servizi del 28 ottobre 2010, l’ENAC e l’ENAV hanno sottolineato come uno scalo regionale collocato tra Frosinone e Ferentino, tra i monti Lepini ed Ernici-Simbruini, renderebbe estremamente difficoltose le manovre di volo: l’operatività sarebbe ridotta, come le garanzie di sicurezza. Fatto forse ancor più importante, tale localizzazione interferirebbe pesantemente con il traffico aeroportuale del bacino laziale-campano, intasando le rotte di volo verso Napoli-Caserta (Grazzanise) e Roma (Fiumicino). Inoltre le condizioni meteo-climatiche risultano assolutamente non ideali. "A tali ragioni ostative – sottolinea Bearzi – gli elaborati prodotti da Aeroporto di Frosinone spa dopo il 28 ottobre 2009 non hanno offerto risposte, né avrebbero potuto farlo, dato che l'orografia e le rotte di volo sono questioni che ben più di altre sfuggono alle argomentazioni di parte". Per giunta, come sottolineato ripetutamente dal Ministero della Difesa, non risulta compatibilità con le attività della scuola elicotteristica dell’A.M. del 72° Stormo, vanto a livello internazionale, che impiega centinaia di persone. Infine, l’ENAC ha sempre sottolineato come la sostenibilità economica e quella ambientale non si riscontrino per il progetto in questione. Su questi due punti i nuovi elaborati proposti o commissionati da ADF cercano di riaprire la discussione. Ma le risposte sul primo restano aleatorie, sul secondo appaiono del tutto insoddisfacenti.

Come già emerso in sede di iter preliminare di Valutazione Ambientale Strategica regionale, si riscontrano forti criticità su molteplici aspetti, in particolare quelli dell’inquinamento acustico e della rilevanza archeologica del sito. Re.tu.va.sa e CODICI, così come altre associazioni, le faranno ben valere in sede di osservazioni alla Variante, considerando anche l’ipotesi di altre azioni sul piano procedurale.

Ma se dunque l’aeroporto non risulta fattibile, qual è il senso della Variante Aeroportuale Intermodale?

Alcune possibili risposte:

1. L’acquisizione di quasi 300 ettari di territorio da parte dell’ASI nell’agglomerato di Frosinone, che peraltro è oggi per il 60% privo di insediamenti produttivi, nonostante ripetute Varianti in allargamento.

2. La realizzazione di una Sottozona a servizi con un alto Indice di Edificabilità Territoriale, per complessivi 223.000 mc, a ridosso del nuovo terminal ferroviario progettato a servizio dell’area intermodale.

3. Le opportunità economiche offerte dalla riqualificazione urbanistica dell’area ferroviaria del quartiere Scalo a Frosinone. “Quello che temiamo – prosegue Laurenzano – è che facendo dichiarare l'opera di utilità sociale, gli espropri potrebbero avvenire per un pezzo di pane.

Di fatto l'aeroporto non solo non è conveniente, ma potrebbe essere un’opera incompiuta, perché i costi sono stati sottostimati, e destinata ad non essere mai realizzata definitivamente, il che vorrà dire o abbandonare l'opera in corso di costruzione, o grossissime iniezioni di fondi pubblici.

Di fatto – conclude Laurenzano – il vero affare sono i 223 mila mc di cemento da rivendere a peso d'oro, l’immobile che sorgerà sopra verrà presumibilmente ultra qualificato e questo per via sia del nodo intermodale dei trasporti sia per i servizi che verranno creati”. In sintesi: l'aeroporto andrà a gravare pesantemente e nuovamente sulle tasche dei cittadini, o verrà completamente abbandonato, in compenso sarà un vero affare per chi ha potuto acquisire i terreni e cederli per le costruzioni in appalto. L’operazione insomma sembra sostanzialmente urbanistica e funzionale a una limitata cerchia di potenziali interessi. A farne le spese sarebbero con certezza centinaia di residenti dell’area, espropriati a norma di legge a prezzi di fatto inferiori a quelli di mercato.

In seguito, se l’improbabile aeroporto riuscisse contro ogni logica a decollare, decine di migliaia di residenti della Valle del Sacco, su cui graverebbe un carico ambientale insopportabile per un territorio notoriamente già provato. Da sottolineare infine che il progetto “urbanistico”-aeroportuale affossa evidentemente lo spirito di altri processi in grado di rilanciare la Valle in termini di green economy e di sviluppo sostenibile, come ad esempio il Master Plan Land promosso dalla Fondazione Kambo. (in allegato il dossier)

Frosinone, 2 agosto 2011

Codici – Re.Tu.Va.Sa tel. 0655301808 cell. 3498692186 ufficio_stampa@codici.org


Ufficio Stampa Verdi – PRC-FdS – Regione Lazio Comunicato stampa congiunto Verdi PRC-FdS

Aeroporto di Frosinone Bonelli (Verdi), Peduzzi (PRC-FdS) il dossier CODICI-Retuvasa mette a nudo la speculazione

Il dossier sull’aeroporto di Frosinone presentato ieri dalle associazioni Rete per la tutela della Valle del Sacco e CODICI rappresenta una fedele ricostruzione dell’iter procedurale di un progetto tecnicamente irrealizzabile che si configura sostanzialmente come un’operazione urbanistica e speculativa – così i capogruppi regionali PRC-FdS Ivano Peduzzi e Verdi Angelo Bonelli. Giustamente si richiama in primo luogo l’esito della Conferenza dei Servizi del 28.10.09, quando emerse nei pareri di ENAC ed ENAV l’infattibilità del progetto per ragioni di sicurezza, rotte di volo e operatività, e quindi di sostenibilità economica.

E’ lo stesso ENAC poi a sottolineare l’assenza di sostenibilità ambientale. “Viene ricordata nel dossier – prosegue Bonelli – la mia proposta di inserire la Valle del Sacco tra le aree ad elevato rischio ambientale, approvata in Consiglio regionale ma non in Giunta. La maggioranza regionale e provinciale finge di non vedere i cimiteri interrati di veleni che continuano ad emergere ad esempio in questi giorni a Ceprano. Per la Valle del Sacco è necessario pensare un modello di sviluppo diverso, che metta al centro il risanamento ambientale e gli eco distretti industriali come motore di green economy, valorizzando le potenzialità in termini di rilancio culturale ed enogastronomico, e dunque di turismo”. “L’operazione urbanistica sottesa alla Variante aeroportuale intermodale ha dei costi sociali inaccettabili – sottolinea Peduzzi. Si prevedono 223.000 mc di Sottozona a servizi in area classificata dal Piano Paesistico Regionale come Parco Archeologico e la “riqualificazione urbanistica” dell’area del quartiere Scalo a Frosinone, chiudendo l’attuale stazione ferroviaria. E si espropriano centinaia di residenti di Ferentino a 900 euro al mq. Inoltre si fantasticano collegamenti veloci e frequenti per l’aeroporto sulla tratta Roma-Frosinone-Cassino, notoriamente quotidiana odissea dei pendolari”. “I nostri gruppi regionali – concludono entrambi i capogruppo – valuteranno ogni azione possibile volta a bloccare l’iter regionale del progetto e in particolare l’approvazione della Variante, sollecitando a sostenerla ogni forza politica sensibile ai temi della legalità e della giustizia sociale”.

Roma, 3 agosto 2011 UFFICIO STAMPA Giulio Finotti 340 2734910 Sergio Ferraris 347 3803887

GRUPPO VERDI – REGIONE LAZIO Via della Pisana 1301 – 00163 Roma Tel. 06 6593 7014, 06 65937043 – Fax. 06 65937089 Capo Ufficio Stampa: Antonio Barone Mail. ufficiostampa.verdi@regione.lazio.it


L'aeroporto? Molto meglio la green economy Frosinone Dossier di Codici e Retuvasa «Ecco perché non si farà mai»

Il tempo 03.08.11 – di Luca Sergio Luca Sergio

FROSINONE «È solo un grande affare per i soliti poteri forti». Parole del segretario provinciale Codici Luigi Gabriele. «In altri paesi non si sarebbe più parlato», è il commento di Francesco Bearzi, responsabile ambiente Codici e coordinatore della Rete per la tutela del Sacco (Retuvasa). «Uno specchietto per le allodole: lo vedremo fra dieci anni a Striscia la notizia», ha detto l'avv. Carmine Laurenzano, responsabile Ufficio legale nazionale Codici. I responsabili delle associazioni hanno tenuto ieri mattina una conferenza-stampa per spiegare tutte le numerose implicazioni tecniche e sociali con un dossier di 30 pagine curato da Bearzi il cui titolo è inequivocabile: «Frosinone, un aeroporto che non può decollare». Codici e Retuvasa sono nettamente contrari al progetto e lo dimostreranno in tutte le sedi. Infatti sono state preannunciate le seguenti azioni: osservazioni alla «variante aeroportuale intermodale» deliberata dall'Asi con cui sono espropriati quasi 300 ettari nell'agglomerato di Frosinone, ricorso al Tar e non si esclude la denuncia alla Corte dei conti. Inoltre Gabriele ha lanciato una vera e propria sfida al consigliere regionale Scalia, sostenitore principale dell'aeroporto, al presidente della Provincia Iannarilli e all'AdF: «Accettino un confronto pubblico su un progetto costato già 6.350.000 euro per fare studi discutibili, tenere in piedi un'opera che costerà chissà quanto ai cittadini, soprattutto in termini di vivibilità ambientale». Insomma, un'utile provocazione che potrebbe arrivare al «top» se si tenesse una conferenza dei servizi pubblica a Frosinone. Verrà accolta? A proposito di conferenza, Bearzi ha ricordato che in quella del 28.10.2010 Enac e Enav «hanno sottolineato come uno scalo regionale collocato tra monti Lepini ed Ernici-Simbruini renderebbe estremamente difficoltose le manovre di volo: l'operatività sarebbe ridotta, come le garanzie di sicurezza. Fatto ancora più importante, la localizzazione interferirebbe pesantemente con il traffico aeroportuale del bacino laziale-campano, intasando le rotte verso Napoli-Caserta (Grazzanise) e Roma (Fiumicino)». Poi ci sono le condizioni climatiche, soprattutto la nebbia. «A tali ragioni ostative l'AdF non ha dato risposte convincenti». «Temiamo che facendo dichiarare l'opera di utilità sociale – ha aggiunto Laurenzano – gli espropri potrebbero avvenire per un pezzo di pane. E potrebbe essere incompiuta perché i costi sono sottostimati». Codici e Retuvasa propongono invece nella Valle del Sacco l'alternativa della «green economy» attuando il «Master Plan Land» della fondazione Kambo. La sfida a Scalia e Iannarilli Il Messaggero 03.08.11 – di Emiliano Papillo Un dossier di 29 pagine per dire no al progetto di uno scalo civile a Frosinone. Lo hanno presentato ieri Francesco Bearzi a nome di Retuvasa (la Rete di Tutela della Valle del Sacco) e il presidente provinciale dell’associazione Codici Luigi Gabriele con il responsabile nazionale dell’ufficio legale Carmine Laurenzano. Uno no deciso che bolla la realizzazione di uno Scalo Aeroportuale come una mera speculazione urbanistica. Codici e Retuvasa insieme alle altre associazioni ambientaliste locali e regionali hanno annunciato il ricorso alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti riservandosi di arrivare al Tar nel caso di approvazione definitiva della Variante Urbanistica dell’Asi. «Quello che emerge dall’analisi del progetto è tutta una serie di criticità su sicurezza, rotte di volo, vincoli di operatività, tutela ambientale, inquinamento acustico. Non da ultimo, si segnala come i costi per la realizzazione dell’aeroporto siano stati sottostimati, fattore che, insieme agli altri, suggerisce che lo scalo potrebbe non diventare mai operativo», ha esordito Francesco Bearzi. «Più volte in passato, in particolare in occasione della conferenza dei servizi del 28 ottobre 2010, Enac e Enav hanno sottolineato come uno scalo regionale collocato tra Frosinone e Ferentino tra i Monti Lepini ed Ernici-Simbruini, renderebbe estremamente difficoltose le manovre di volo – spiega Bearzi – l’operatività sarebbe ridotta, come le garanzie di sicurezza». Grande attenzione all’aspetto urbanistico. «L’acquisizione di 240 ettari di territorio agricolo da parte dell’Asi, quando ad oggi la zona industriale è al 60% priva di insediamenti produttivi, non ha senso», ha detto Bearzi. «E poi la realizzazione di una sottozona a servizi con alto indice di Edificabilità Territoriale, per complessivi 223.000 mc, a ridosso del nuovo terminal ferroviario progettato a servizio dell’area intermodale significa che si potranno realizzare palazzine di tre piani, massimo dieci metri di altezza per un totale di 600 appartamenti di dimensioni medie», ha chiarito l’avvocato Carmelo Laurenzano. «Quello che temiamo è che facendo dichiarare l’opera di utilità sociale, visto lo spostamento della stazione, gli espropri potrebbero avvenire per un pezzo di pane». Dubbi anche per gli impatti diretti ed indiretti sul patrimonio archeologico «visto che l’area interessata è individuata dal PTPR attualmente in adozione come Parco archeologico e culturale». Tutti questi motivi per ribadire che «l’aeroporto di Frosinone non può decollare». Poi la sfida a Francesco Scalia, Antonello Iannarilli, Giacomo D’Amico e Gabriele Picano ad un confronto pubblico. Il Messaggero FR 04.08.11, p. 33 (prima) «Il dossier sull’aeroporto di Frosinone presentato ieri dalle associazioni Rete per la tutela della Valle del Sacco e CODICI rappresenta una fedele ricostruzione dell’iter procedurale di un progetto tecnicamente irrealizzabile che si configura sostanzialmente come un’operazione urbanistica e speculativa», commentano i capigruppo regionali di Prc-FdS Ivano Peduzzi e dei Verdi Angelo Bonelli l’iniziativa di Codici e Retuvasa. «La maggioranza regionale e provinciale finge di non vedere i cimiteri interrati di veleni che continuano ad emergere ad esempio in questi giorni a Ceprano». Intanto il consigliere regionale Pd, Francesco scalia è il primo – e finora l’unico – a rispondere alla sfida di Retuvasa e Codici: «Sono disponibile a qualsiasi confronto sul tema dell’aeroporto. In più occasioni, quando ero presidente della Provincia, ho partecipato a dibattiti con le associazioni che oggi mi chiamano in causa. Ma al confronto devono poter partecipare anche il professor Karrer ed il professor Allegrini del Cnr che hanno monitorato la qualità dell’aria nella zona e redatto il documento preliminare di Vas».