Anagni, sequestro preventivo del depuratore Di Cosimo ordinato dal GIP
Il Messaggero Fr 04.11.11, pp.39 (prima) e 40 – di Paolo Carnevale
Lo spettro della chiusura incombe sulla Di Cosimo, la notissima ditta di prodotti vinicoli di Anagni alla quale ieri pomeriggio è stato notificato un decreto di sequestro preventivo dell’impianto di depurazione delle acque reflue industriali e di prima pioggia. L’operazione, condotta dai carabinieri di Anagni comandati dal capitano Costantino Airoldi, su decreto firmato dal gip Francesco Mancini, e coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, era iniziata lo scorso 20 luglio. In quella data ai carabinieri erano giunte segnalazioni di liquami di colorito biancastro e maleodorante che galleggiavano sul Rio Mola Santa Maria. Un fenomeno che poi si era ripetuto altre tre, quattro volte.
Il Messaggero Fr 04.11.11, pp.39 (prima) e 40 – di Paolo Carnevale
Lo spettro della chiusura incombe sulla Di Cosimo, la notissima ditta di prodotti vinicoli di Anagni alla quale ieri pomeriggio è stato notificato un decreto di sequestro preventivo dell’impianto di depurazione delle acque reflue industriali e di prima pioggia. L’operazione, condotta dai carabinieri di Anagni comandati dal capitano Costantino Airoldi, su decreto firmato dal gip Francesco Mancini, e coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, era iniziata lo scorso 20 luglio. In quella data ai carabinieri erano giunte segnalazioni di liquami di colorito biancastro e maleodorante che galleggiavano sul Rio Mola Santa Maria. Un fenomeno che poi si era ripetuto altre tre, quattro volte.
Anagni, sequestro preventivo del depuratore Di Cosimo ordinato dal GIP
Il Messaggero Fr 04.11.11, pp.39 (prima) e 40 – di Paolo Carnevale
Lo spettro della chiusura incombe sulla Di Cosimo, la notissima ditta di prodotti vinicoli di Anagni alla quale ieri pomeriggio è stato notificato un decreto di sequestro preventivo dell’impianto di depurazione delle acque reflue industriali e di prima pioggia. L’operazione, condotta dai carabinieri di Anagni comandati dal capitano Costantino Airoldi, su decreto firmato dal gip Francesco Mancini, e coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, era iniziata lo scorso 20 luglio. In quella data ai carabinieri erano giunte segnalazioni di liquami di colorito biancastro e maleodorante che galleggiavano sul Rio Mola Santa Maria. Un fenomeno che poi si era ripetuto altre tre, quattro volte.
I militari dell’Arma, assieme ai tecnici dell’Arpa avevano, in quella e anche in successive occasioni, effettuato prelievi dei liquami per le analisi che hanno poi evidenziato la presenza, tra l’altro, di solfati, solfuri, tensioattivi, e azoto nitroso. In molte occasioni, in concentrazioni ben al di sopra della media tollerata. Le successive verifiche si sono spostate all’interno dell’azienda vinicola dove, all’interno dei pozzetti, sono stati rinvenuti liquidi che contenevano le stesse sostanze inquinanti del torrente. Ed è stato anche trovato un tubo di circa 50 cm di diametro che avrebbe permesso, secondo gli inquirenti, di scaricare le acque reflue in modo non autorizzato direttamente nel rio Mola Santa Maria, generando la schiuma biancastra presente nel fiume.
Di qui il decreto di sequestro. L’amministratore dell’azienda risulta, di conseguenza, attualmente indagato, con l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale. Sembra anche che, ma al momento si tratta solamente di una indiscrezione, il Gip avrebbe utilizzato, all’interno del decreto di sequestro, toni fortemente critici riguardo al modus operandi della ditta. Difficile capire cosa accadrà ora all’azienda. Il sequestro dell’impianto di depurazione, in un periodo come questo che è di grande lavoro per un’azienda che si occupa di prodotti vinicoli, è senz’altro un grave problema. Che getta un’ombra pesante sul futuro di una ditta che è una delle realtà più note della zona, e che dà lavoro ad una sessantina di operai. La Di Cosimo aveva già subito un provvedimento del genere nel dicembre scorso; si trattava però di un altro impianto di depurazione, che era stato poi rimesso a norma. In questo caso sembrerebbe più difficile rimettere tutto a posto in tempi brevi.
Ad essere particolarmente pessimista sul futuro della ditta d’altra parte, nella serata di ieri ci ha pensato lo stesso Antonio Di Cosimo, amministratore della azienda: «Con ogni probabilità saremo costretti a chiudere l’impianto. Non abbiamo le forze per dare ad una azienda esterna il compito di depurare le nostre acque di lavorazione ad un prezzo superiore a quello al quale noi vendiamo i nostri prodotti».
Il Messaggero Fr 04.11.11, pp.39 (prima) e 40 – di Paolo Carnevale
Lo spettro della chiusura incombe sulla Di Cosimo, la notissima ditta di prodotti vinicoli di Anagni alla quale ieri pomeriggio è stato notificato un decreto di sequestro preventivo dell’impianto di depurazione delle acque reflue industriali e di prima pioggia. L’operazione, condotta dai carabinieri di Anagni comandati dal capitano Costantino Airoldi, su decreto firmato dal gip Francesco Mancini, e coordinata dal sostituto procuratore Adolfo Coletta, era iniziata lo scorso 20 luglio. In quella data ai carabinieri erano giunte segnalazioni di liquami di colorito biancastro e maleodorante che galleggiavano sul Rio Mola Santa Maria. Un fenomeno che poi si era ripetuto altre tre, quattro volte.
I militari dell’Arma, assieme ai tecnici dell’Arpa avevano, in quella e anche in successive occasioni, effettuato prelievi dei liquami per le analisi che hanno poi evidenziato la presenza, tra l’altro, di solfati, solfuri, tensioattivi, e azoto nitroso. In molte occasioni, in concentrazioni ben al di sopra della media tollerata. Le successive verifiche si sono spostate all’interno dell’azienda vinicola dove, all’interno dei pozzetti, sono stati rinvenuti liquidi che contenevano le stesse sostanze inquinanti del torrente. Ed è stato anche trovato un tubo di circa 50 cm di diametro che avrebbe permesso, secondo gli inquirenti, di scaricare le acque reflue in modo non autorizzato direttamente nel rio Mola Santa Maria, generando la schiuma biancastra presente nel fiume.
Di qui il decreto di sequestro. L’amministratore dell’azienda risulta, di conseguenza, attualmente indagato, con l’ipotesi di reato di inquinamento ambientale. Sembra anche che, ma al momento si tratta solamente di una indiscrezione, il Gip avrebbe utilizzato, all’interno del decreto di sequestro, toni fortemente critici riguardo al modus operandi della ditta. Difficile capire cosa accadrà ora all’azienda. Il sequestro dell’impianto di depurazione, in un periodo come questo che è di grande lavoro per un’azienda che si occupa di prodotti vinicoli, è senz’altro un grave problema. Che getta un’ombra pesante sul futuro di una ditta che è una delle realtà più note della zona, e che dà lavoro ad una sessantina di operai. La Di Cosimo aveva già subito un provvedimento del genere nel dicembre scorso; si trattava però di un altro impianto di depurazione, che era stato poi rimesso a norma. In questo caso sembrerebbe più difficile rimettere tutto a posto in tempi brevi.
Ad essere particolarmente pessimista sul futuro della ditta d’altra parte, nella serata di ieri ci ha pensato lo stesso Antonio Di Cosimo, amministratore della azienda: «Con ogni probabilità saremo costretti a chiudere l’impianto. Non abbiamo le forze per dare ad una azienda esterna il compito di depurare le nostre acque di lavorazione ad un prezzo superiore a quello al quale noi vendiamo i nostri prodotti».