COLLEFERRO, LA GESTIONE IDRICA FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI


Comunicato Stampa Rete la Tutela della Valle del Sacco

Colleferro, la gestione idrica fa acqua da tutte le parti
 

 

Ancora problemi gravissimi nell'acquedotto del comune di Colleferro gestito da Enel Retegas. La rottura della pompa di un pozzo lascia "buona parte delle case", come recita un comunicato del comune, improvvisamente senza acqua per molte ore. Il pozzo in questione è il n. 8 ,entrato in funzione  neanche due anni fa in sostituzione del n. 7 crollato per probabili difetti strutturali: un guasto grave in una struttura della quale dovrebbe essere garantita la continuità di funzionamento, per decenni.  

Si stenta a credere che non siano state previste semplici  tecniche di allerta in caso di problemi o avarie, vista la delicatezza della funzione svolta: l’alternativa, se i sistemi esistono, è che nessun tecnico ne segua il monitoraggio. Un incidente del genere, che reca grave danno alla vita dei cittadini, andrebbe per lo meno segnalato tempestivamente con mezzi idonei alla popolazione; basterebbe una vettura con altoparlante.  Invece nessuna voce né dal gestore né dal Comune, che si è limitato ad uno scarno comunicato sul suo sito, né si sono viste autobotti per l'erogazione dell’ acqua potabile nelle zone che ne sono prive.

Questo  incidente si aggiunge ad un altro, probabilmente ancora in corso, che provoca l'abbassamento della pressione dell'acqua , causando grossi disagi soprattutto nelle abitazioni degli ultimi piani tanto da impedire l'accensione delle caldaie per l'acqua calda. Il fenomeno, segnalato da diverse settimane, è ancora presente in diverse zone città.  Pare  dipendere da una grossa perdita che il gestore privato non riesce ad individuare ed eliminare.  Il condizionale è d'obbligo perché le informazioni sono come al solito poche e  lacunose. Eppure il privato, subentrato nel 1997, era stato salutato  come la risposta a tutti i problemi della nostra rete idrica, avrebbe portato strumenti innovativi per la ricerca dei guasti, per il monitoraggio dei pozzi e delle reti.

I frequenti inquinamenti batteriologici, ultimo quello verificatosi al quartiere del IV Km a partire dal 3 dicembre 2013, protrattosi per  oltre 20 giorni e la cui risoluzione non è stata pubblicizzata tramite manifesti cosicché gli abitanti continuavano a pensare di avere acqua contaminata,  dimostrano   l’esistenza di problemi strutturali e la mancanza di interventi risolutivi. Ulteriore problema è la frequente presenza di sassolini, ghiaia e terra nelle condutture che provoca anche il malfunzionamento e la richiesta di manutenzione per caldaie,  lavatrici e lavastoviglie.

In sintesi, la struttura che dovrebbe garantire la continuità dell’erogazione e la qualità dell’acqua in sostanza non esiste. In alcun modo è stato avviato un intervento che ponga fine a questo stato di cose, non c’ è traccia di alcun progetto in merito, nonostante le dichiarazioni vecchie di anni di un incarico fantasma ad un professore universitario per riprogettare il servizio idrico. Si rivendicano interventi parziali come l’apertura di nuovi pozzi che nel contesto di un sistema fatiscente  non reggono con le conseguenze che stiamo subendo in questo momento.

In questo stato di precarietà del sistema  tanto il gestore, appositamente remunerato, quanto l’Amministrazione Comunale, non hanno provveduto a predisporre sistemi  volti ad informare in tempi utili i cittadini e a tamponare le emergenze.

In generale la cittadinanza è tenuta all’oscuro delle reali condizioni del servizio idrico e dei monitoraggi sulle forme di inquinamento chimico, le più gravi. L’episodio dello scorso anno con inquinamento da betaesaclorocicloesano, ancora non ha trovato una spiegazione.
Di  questa situazione gestore, amministrazione e servizi sanitari, ognuno per le proprie competenze, debbono congiuntamente rendere conto ai cittadini in forma pubblica.

Al più presto, come da anni chiediamo, la gestione del servizio idrico deve diventare pubblica e partecipata.  Se perdura questo pasticcio di competenze e questa opacità gestionale la situazione  può  drammaticamente precipitare ben oltre i disagi ed i rischi che i cittadini hanno subito in passato, subiscono in queste ore e con certezza subiranno in futuro, se permane l’attuale stato di cose.

 
Colleferro, 19 gennaio 2014
 


Comunicato Stampa Rete la Tutela della Valle del Sacco

Colleferro, la gestione idrica fa acqua da tutte le parti
 

 

Ancora problemi gravissimi nell'acquedotto del comune di Colleferro gestito da Enel Retegas. La rottura della pompa di un pozzo lascia "buona parte delle case", come recita un comunicato del comune, improvvisamente senza acqua per molte ore. Il pozzo in questione è il n. 8 ,entrato in funzione  neanche due anni fa in sostituzione del n. 7 crollato per probabili difetti strutturali: un guasto grave in una struttura della quale dovrebbe essere garantita la continuità di funzionamento, per decenni.  

Si stenta a credere che non siano state previste semplici  tecniche di allerta in caso di problemi o avarie, vista la delicatezza della funzione svolta: l’alternativa, se i sistemi esistono, è che nessun tecnico ne segua il monitoraggio. Un incidente del genere, che reca grave danno alla vita dei cittadini, andrebbe per lo meno segnalato tempestivamente con mezzi idonei alla popolazione; basterebbe una vettura con altoparlante.  Invece nessuna voce né dal gestore né dal Comune, che si è limitato ad uno scarno comunicato sul suo sito, né si sono viste autobotti per l'erogazione dell’ acqua potabile nelle zone che ne sono prive.

Questo  incidente si aggiunge ad un altro, probabilmente ancora in corso, che provoca l'abbassamento della pressione dell'acqua , causando grossi disagi soprattutto nelle abitazioni degli ultimi piani tanto da impedire l'accensione delle caldaie per l'acqua calda. Il fenomeno, segnalato da diverse settimane, è ancora presente in diverse zone città.  Pare  dipendere da una grossa perdita che il gestore privato non riesce ad individuare ed eliminare.  Il condizionale è d'obbligo perché le informazioni sono come al solito poche e  lacunose. Eppure il privato, subentrato nel 1997, era stato salutato  come la risposta a tutti i problemi della nostra rete idrica, avrebbe portato strumenti innovativi per la ricerca dei guasti, per il monitoraggio dei pozzi e delle reti.

I frequenti inquinamenti batteriologici, ultimo quello verificatosi al quartiere del IV Km a partire dal 3 dicembre 2013, protrattosi per  oltre 20 giorni e la cui risoluzione non è stata pubblicizzata tramite manifesti cosicché gli abitanti continuavano a pensare di avere acqua contaminata,  dimostrano   l’esistenza di problemi strutturali e la mancanza di interventi risolutivi. Ulteriore problema è la frequente presenza di sassolini, ghiaia e terra nelle condutture che provoca anche il malfunzionamento e la richiesta di manutenzione per caldaie,  lavatrici e lavastoviglie.

In sintesi, la struttura che dovrebbe garantire la continuità dell’erogazione e la qualità dell’acqua in sostanza non esiste. In alcun modo è stato avviato un intervento che ponga fine a questo stato di cose, non c’ è traccia di alcun progetto in merito, nonostante le dichiarazioni vecchie di anni di un incarico fantasma ad un professore universitario per riprogettare il servizio idrico. Si rivendicano interventi parziali come l’apertura di nuovi pozzi che nel contesto di un sistema fatiscente  non reggono con le conseguenze che stiamo subendo in questo momento.

In questo stato di precarietà del sistema  tanto il gestore, appositamente remunerato, quanto l’Amministrazione Comunale, non hanno provveduto a predisporre sistemi  volti ad informare in tempi utili i cittadini e a tamponare le emergenze.

In generale la cittadinanza è tenuta all’oscuro delle reali condizioni del servizio idrico e dei monitoraggi sulle forme di inquinamento chimico, le più gravi. L’episodio dello scorso anno con inquinamento da betaesaclorocicloesano, ancora non ha trovato una spiegazione.
Di  questa situazione gestore, amministrazione e servizi sanitari, ognuno per le proprie competenze, debbono congiuntamente rendere conto ai cittadini in forma pubblica.

Al più presto, come da anni chiediamo, la gestione del servizio idrico deve diventare pubblica e partecipata.  Se perdura questo pasticcio di competenze e questa opacità gestionale la situazione  può  drammaticamente precipitare ben oltre i disagi ed i rischi che i cittadini hanno subito in passato, subiscono in queste ore e con certezza subiranno in futuro, se permane l’attuale stato di cose.

 
Colleferro, 19 gennaio 2014