Rassegna stampa 21.4.11-25.04.11

FROSINONE. IL TAR RESPINGE IL RICORSO DI ACEA SUGLI AUMENTI RETROATTIVI DELLE TARIFFE DELIBERATI DALL'ASSEMBLEA DEI SINDACI PRESIEDUTA DA FRANCESCO SCALIA
La Provincia FR, 23.04.11, p. 7, di di Cesidio Vano

«Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione staccata di Latina, definitivamente pronunciandosi sul ricorso in epigrafe e sui motivi aggiunti, dichiara inammissibili il ricorso principale e i secondi motivi aggiunti, dichiara in parte infondati e in parte inammissibili i secondi motivi aggiunti; respinge la domanda di risarcimento dei danni».
Con questo dispositivo il Tar di Latina ha respinto il ricorso con cui la società Acea Ato5 Spa, gestore del servizio idrico in provincia di Frosinone, aveva impugnato l'annullamento degli aumenti tariffari accordati alla Spa nel 2007 dai sindaci dell'Ato5.

FROSINONE. IL TAR RESPINGE IL RICORSO DI ACEA SUGLI AUMENTI RETROATTIVI DELLE TARIFFE DELIBERATI DALL'ASSEMBLEA DEI SINDACI PRESIEDUTA DA FRANCESCO SCALIA
La Provincia FR, 23.04.11, p. 7, di di Cesidio Vano

«Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione staccata di Latina, definitivamente pronunciandosi sul ricorso in epigrafe e sui motivi aggiunti, dichiara inammissibili il ricorso principale e i secondi motivi aggiunti, dichiara in parte infondati e in parte inammissibili i secondi motivi aggiunti; respinge la domanda di risarcimento dei danni».
Con questo dispositivo il Tar di Latina ha respinto il ricorso con cui la società Acea Ato5 Spa, gestore del servizio idrico in provincia di Frosinone, aveva impugnato l'annullamento degli aumenti tariffari accordati alla Spa nel 2007 dai sindaci dell'Ato5.

La sentenza è stata depositata ieri pomeriggio nella cancelleria del tribunale pontino. Un provvedimento di numerose pagine che ha cercato di fare il punto in una materia ed in una vicenda molto complessa.
Nel 2007 l'assemblea dei sindaci, presieduta da Francesco Scalia allora a capo dell'amministrazione provinciale, aveva riconosciuto al gestore maggiori costi operativi e spese che portarono ad una rivisitazione in rialzo delle tariffe idriche tramite un accordo transattivo tra Ato5 ed Acea Ato5 Spa.
Nel 2008 – nel frattempo a capo della provincia era stato eletto Antonello Iannarilli – l'allora Coviri (organo di vigilanza sulle risorse idriche) deliberò che gli aumenti tariffari accordati nel 2007 non erano legittimi poiché applicati retroattivamente e superiori al limite del 5% fissato dalla legge.
A seguito di questa decisione, nel 2009, i sindaci tornarono a riunirsi e decisero di adeguarsi a quanto stabilito dal Coviri e di annullare la delibera con cui risconoscevano i maggiori costi e quindi la necessità degli aumenti. Contro tali atti ha agito Acea Ato5, lamentando anche un danno di 40 milioni d'euro. Il gestore ha presentato un ricorso principale e successivamente motivazioni aggiunte sullo stesso argomento che però il tribunale ha ritenuto di non poter ammettere o di dover respingere. Dunque, resta confermato l'annullamento degli aumenti e l'applicazione per il 2010 della tariffa provvisoria di 0.94 euro a mc.
Il collegio giudicante, in sentenza, ha anche ritenuto di «condivide la sostanza dei rilievi della delibera del Coviri, nel senso che effettivamente quanto stabilito nel 2007 si poneva in contrasto con i principi del metodo normalizzato, oltre a porsi altresì in contrasto con il principio generale della irretroattività degli atti amministrativi, essendo chiaramente illegittima l'applicazione retroattiva della tariffa così come rideterminata». Sull'aver annullato gli aumenti e non aver rideterminato le tariffe, i giudici inoltre dicono: «Sul punto non può che rilevarsi che, sinché non sia approvata dall'organo competente una nuova tariffa, deve applicarsi l'ultima tariffa legittimamente approvata».
Tutto risolto? Non proprio.
Primo perché la sentenza può essere appellata; secondo perché davanti al Tar di Roma è pendente un altro ricorso di Acea contro la delibera del Coviri che censura gli aumenti e che è alla base della decisione dei sindaci di annullare la transazione del 2007 (tra l'altro oggetto pure, quest'ultima, di un procedimento penale per truffa); terzo perché i giudici hanno ritenuto sì di non riconoscere i danni lamentati da Acea ma solo perché, nell'istanza ammessa, non erano stati opportunamente motivati, argomentati e calcolati.

FROSINONE. SALVATI: “GIUSTO STARE DALLA PARTE DEI CITTADINI”
La Provincia FR, 23.04.11, p. 7
 
La decisione del presidente della Provincia e dell'Ato5, Antonello Iannarilli, di intervenire a difesa degli utenti morosi del servizio idrico a cui il gestore, l'Acea Ato 5 Spa, stava diminuendo il flusso idrico dopo reiterate richieste di pagamento rimaste inevase, fa proseliti.
Iannarilli ha anche presentato un esposto ai carabinieri contro le azioni intraprese da Acea nei confronti dei cittadini morosi e annunciato, invece, che per le inadempienze del gestore avvierà la procedura di escussione delle polizze fideiussorie date in garanzia per oltre 2,8 milioni di euro.
Oltre al Coordinamento Acqua Pubblica della provincia di Frosinone che ha plaudito alla posizione del presidente, sulla vicenda è intervenuto lo spesso portavoce di Iannarilli, Antonio Salvati, sindaco di San Giovanni Incarico
, che ha detto: «E' evidente che non si può che stare dalla parte dell'anello più debole, i cittadini spesso in stato di necessità, che in molti casi pur volendo non possono far fronte a quanto richiesto dal gestore del servizio idrico. E' evidente l'impegno in tal senso del Presidente della Provincia, il quale continua a dire sempre a tutti, e sono ormai centinaia coloro che si rivolgono al nostro Ente non sapendo a che santi votarsi, che i debiti verso il gestore idrico devono essere saldati ma che si espone in prima persona per evitare che i metodi di riscossione vadano a culminare nella limitazione durissima, quando non la chiusura, di un bene primario come l'acqua». Salvati, inoltre, ha esortato Iannarilli «a chiedere al gestore idrico di far fronte anche a quando dovuto alle amministrazioni comunali, anche queste in stato di massima allerta per le necessità di bilancio e dove lo stesso gestore idrico risulta molte volte inadempiente di quanto convenuto».
Anche il Consigliere provinciale Gennarino Scaccia (Pdl), quale presidente del Comitato di cittadini di via Lago di Como, ha detto: «Il nostro Comitato condivide e apprezza il gesto di comprensione messo in atto dal Presidente della Provincia Iannarilli, in difesa e verso quei cittadini, pur indigenti, che si sono visti limitare il flusso idrico, un bene prezioso, essenziale e vitale».
Per il consigliere provinciale Giuseppe Patrizi (Pdl): «L'iniziativa del Presiedente della Provincia in favore dei cittadini in difficoltà per far fronte alle richiesta di Acea Ato5 è encomiabile e coraggiosa. Il servizio idrico è un bene primario della popolazione e certamente non può essere interrotto né limitato pesantemente come sta accadendo diffusamente in diversi centri della provincia di Frosinone. A maggior ragione, e qui sta il motivo più profondo della vicinanza ai bisognosi del Presidente Iannarilli a cui mi associo, ciò non può accadere quando a farne le spese sono cittadini in evidente stato di necessità, colpiti dalla malattia, anziani o con bambini piccoli. Auspico una soluzione solerte di questi problemi».

FROSINONE. SALVATI E GIANNANDREA: “IL TAR CI HA DATO RAGIONE”
La Provincia FR, 24.04.11, p. 6

Il primo ad intervenire per commentare la sentenza del Tar di Latina – di cui abbiamo dato ampia notizia ieri – che ha in parte ritenuto non ammissibile ed in parte rigettato il ricorso di Acea Ato5 contro l'annullamento degli aumenti della tariffa idrica accordati nel 2007 alla società che gestisce il servizio in provincia, è stato il sindaco di San Giovanni Incarico, e portavoce del presidente della provincia Antonello Iannarilli, Antonio Salvati.
In una nota, Antonio Salvati scrive: «La Sentenza del Tar del Lazio, che ha rigettato il Ricorso dell'Acea spa, ribadendo così l'illegittimità degli aumenti dell'acqua deliberati nel 2007 da Scalia e dal Centrosinistra, ed ha anche negato alla Società romana il riconoscimento di 40 milioni di danni, che avrebbero dovuto essere sborsati dai 91 Comuni della nostra Provincia, è una grande vittoria del Presidente Iannarilli, oltre che mia, quale Sindaco di S.Giovanni Incarico, per essermi da anni sempre opposto, a volte anche da solo, in ogni sede penale ed amministrativa, alla gestione di Acea; ed è anche una vittoria dei Comitati di lotta e della gente comune, che vedono finalmente riconosciuti i propri diritti. E' invece una pesante sconfitta – sostiene Salvati – soprattutto per l'ex Presidente della Provincia Francesco Scalia e per il Centrosinistra, che deliberarono quelli aumenti». Salvati ricorda anche che sulla vicenda di questi aumenti è anche in corso un procedimento penale «iniziato anche a seguito a un mio esposto» giunto all'udienza preliminare.
«Ma il comune di S.Giovanni Incarico – ha aggiunto il sindaco portavoce – ha soprattutto il merito di aver eccepito dinanzi al Tar, tramite il proprio legale Dario De Santis, che i 40 milioni di euro chiesti dall'Acea ai Comuni non erano dovuti, perché infondati e non motivati. Ciò ci ripaga anche dei tanti sacrifici fatti, in questi anni, sempre dalla parte dei Cittadini».
Sulla vicenda Acea e dopo la notizia della decisione assunta dal Tar Lazio di Latina è intervenuto anche il consigliere provinciale del Pdl Mario Giannandrea:
«Alla luce della recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione staccata di Latina, che dichiara inammissibili il ricorso principale e i secondi motivi aggiunti e respinge la domanda di Acea Ato5 Spa che aveva impugnato l'annullamento degli aumenti tariffari accordati dall'assemblea dei sindaci, presieduta dal capo dell'Amministrazione provinciale del Centrosinistra Francesco Scalia, ritengo opportune e necessarie alcune considerazioni politiche ed amministrative. La gestione della cosa pubblica, da parte della passata amministrazione Scalia, è stata sempre lontana dagli interessi del popolo ciociaro. La Sentenza del Tar, che ritiene illegittimi gli aumenti imposti dalla passata Amministrazione, costituisce un'ulteriore prova di tale assioma».
Quindi, Giannandrea lancia una stilettata anche agli esponenti dle Pd Mauro Buschini, segretario dell'Area Riformista e Simone Costanzo, consigliere provinciale del Pd: «Buschini e Costanzo invece di pensare al danno, di decine di milioni di euro, che avrebbero subito tutti i cittadini della provincia di Frosinone, qualora Iannarilli non avesse deliberato l'annullamento degli aumenti tariffari del 2007 voluti da Scalia, tentano di creare una cortina fumogena sulla delibera n° 409 che varia semplicemente, in modo neutro, la spesa dell'Ente di solo 416.000 euro senza arrecare alcun danno alla nostra provincia e ai suoi abitanti. Rivolgiamo – conclude – tutti insieme e senza demagogia, i politici, le nostre energie per risolvere i problemi concreti del territorio come la messa in funzione di decine di depuratori della provincia che l' Acea Ato5 non provvede a far funzionare, come quello da me denunciato di Villa Latina, ma per i quali il cittadino paga ugualmente un servizio che non gli viene reso!».
Cesidio Vano

FROSINONE. “LA SAF GUARDA AVANTI”
 
La Provincia FR, 21.04.11, p. 10

Ha atteso circa dieci giorni per un comunicato ufficiale. Per far svelenire il clima probabilmente, dopo le polemiche sviluppatesi soprattutto nel Pdl.
Cesare Fardelli, presidente (confermato) della Saf, in una nota della società, fa ricordare che l'undici aprile scorso l'assemblea dei sindaci lo ha votato «alla guida di Società Ambiente Frosinone, società che rappresenta oggi una realtà assai significativa del panorama complessivo del settore del trattamento e recupero dei rifiuti, della provincia di Frosinone in particolare».
Si legge nel comunicato: «Rinnovata la fiducia, il presidente Fardelli si è immediatamente attivato, richiedendo un incontro al presidente della giunta regionale on. Renata Polverini e al presidente della Provincia di Frosinone, on. Antonello Iannarilli. L'incontro sarà l'occasione per definire l'attuale situazione dell'impianto di Colfelice, per rappresentare possibili linee di sviluppo aziendale e recepire eventuali indicazioni. L'obiettivo è quello di ottenere la valorizzazione della società e l'ulteriore implementazione degli standard di efficacia, efficienza ed economicità del servizio, a vantaggio dei Comuni soci e degli utenti tutti. Ciò nella convinzione che il perseguimento esclusivo dell'interesse pubblico richieda la necessaria concertazione tra tutti i livelli istituzionalmente coinvolti, al di là di qualsivoglia divisione politica e/o di appartenenza, pur nell'ambito della diversità dei propri ruoli e delle proprie funzioni».

 

FROSINONE. FOTOVOLTAICO, NOTA DI SCHIETROMA
 
La Provincia FR, 21.04.11, p. 10
Una lettera aperta al vicepresidente dell'Amministrazione provinciale e assessore all'ambiente, Fabio De Angelis. L'ha scritta Gian Franco Schietroma, presidente provinciale del Psi e consigliere provinciale. Scrive Schietroma: «Signor vicepresidente,
nei giorni scorsi sono apparsi sulla stampa alcuni articoli che hanno evidenziato diffuse lamentele a causa di una burocrazia definita "asfissiante, a volte miope, che sta strozzando tutta l'attività dell'ente e, in particolare, dell'assessorato all'Ambiente". Tali proteste si riferiscono soprattutto ai ritardi nel rilascio di autorizzazioni per gli impianti di fotovoltaico, ritardi che stanno compromettendo un adeguato sviluppo delle energie rinnovabili nella nostra provincia, "mandando in fumo anni di lavoro, investimenti di milioni di euro e, con essi, centinaia di posti di lavoro che, oggi, il fotovoltaico potrebbe garantire".
Sin qui le proteste di alcuni imprenditori e di qualche forza politica, certamente puntuali e legittime.
A questi ragionamenti vorrei aggiungere sull'argomento qualche altra considerazione che ritengo altrettanto importante. Infatti, alle lamentele già manifestate sulla lentezza della burocrazia provinciale al riguardo, vanno aggiunte le preoccupazioni sulla mancanza di adeguati controlli sulla realizzazione degli impianti di fotovoltaico. Anche questo importantissimo aspetto non va assolutamente trascurato perché il rispetto delle norme costituisce una garanzia non solo per i cittadini, ma anche per le imprese locali in un mercato in cui sono molto presenti iniziative imprenditoriali straniere. Signor vicepresidente, poiché il centro-sinistra è da sempre interessato a svolgere un'opposizione costruttiva, Le segnalo caldamente questo problema perché non solo i ritardi burocratici, ma anche l'assenza di adeguati controlli sugli impianti realizzati nel settore compromette lo sviluppo di un comparto che, invece, potrebbe assicurare crescita economica alle imprese locali e posti di lavoro a favore di nostri conterranei, in questo momento così delicato per le famiglie ciociare».

ANAGNI. LA DIFFERENZIATA FUNZIONA A META’
La Provincia FR, 21.04.11, p. 24
 
Nettezza urbana: periferie virtuose, centro cittadino molto meno. Il servizio di raccolta differenziata, al di là dei principi e della condivisione o meno del sistema, merita sicuramente una seria analisi dei primi dati raccolti dagli addetti ai lavori.
Le contrade di periferia, a detta di chi effettua quotidianamente il servizio di raccolta ma anche a prima vista, stanno dimostrando serietà e compostezza. Lungo le strade si notano i contenitori colorati, ben allineati ed esposti secondo il calendario di programma; addirittura, la raccolta del cosiddetto "umido", che in campagna ci si aspettava comprensibilmente disperso in altri modi, avviene in netta superiorità percentuale rispetto al centro città.
Un centro indubbiamente penalizzato dalla presenza di stranieri che, poco abituati e magari non sufficientemente informati, abbandonano rifiuti dove capita.
Gli italiani non sempre dimostrano conoscenza e desiderio di rispetto delle regole; appena ieri mattina chi vi scrive ha notato la commessa di un negozio di abbigliamento che, con assoluta nonchalance, depositava il sacchetto di immondizie dentro uno dei cestini metallici destinati a ricevere pacchetti di sigarette o, al massimo, l'involucro del cono gelato.
Cestini che, fin dal mattino, appaiono lungo il centro storico, dal lunedì alla domenica, pieni fino all'orlo. La situazione, in vista della stagione calda, è piuttosto preoccupante. I vicoli sono pieni di sacchetti di immondizia, con le robacce sparse dappertutto ad opera di gatti e ratti. Occorre severità: attivando severi controlli, si possono beccare i maleducati con le mani nel…sacchetto, appioppare multe salate, ed insegnare così la buona creanza.

FROSINONE. L’EX CONSIGLIERE COLLEPARDI: “INQUINAMENTO, NON ABBASSIAMO LA GUARDIA”
La Provincia FR, 22.04.11, p. 6

Danilo Collepardi, ex consigliere comunale di Frosinone, interviene sulla situazione del traffico e dell'inquinamento in città. «Ci siamo lamentati in abbondanza per le limitazioni al traffico veicolare imposte dal superamento dei limiti di legge dell'inquinamento da polveri sottili – dice Collepardi -. Non vorrei ora che, passato il momento critico, ci si dimentichi del fatto per poi lamentarcene di nuovo nel momento in cui il problema si riproporrà ancora del tutto irrisolto». E, focalizzando la sua attenzione sul «punto di maggior criticità, stando almeno ai dati riportati recentemente dalla stampa locale» cioè la zona della Stazione ferroviaria, propone alcune possibili azioni da intraprendere: «Bisognerà allora procedere con una serie di altri interventi che, se coerenti, potrebbero, nel medio periodo, risolvere il problema o, quanto meno, attenuarlo notevolmente. Vediamo quali.
1) Eliminare il traffico di attraversamento proveniente dall' A/1 e dalla Monti Lepini .
Che fine ha fatto la bretella, ennesima incompiuta, che dal casello autostradale avrebbe dovuto portare il traffico direttamente sulla Variante Casilina (via Saragat) e sulla Statale 637 per Ceccano? La sua realizzazione è ferma da anni alla base del mai costruito cavalcavia di superamento di Via Gaeta vecchia e della strada ferrata Frosinone-Cassino. Per quale motivo?
2) Eliminare definitivamente il rimessaggio degli autobus extraurbani dal Piazzale Giovanni XXIII. Trasformare gli autobus urbani in navette a trazione elettrica o, almeno, a gas metano che colleghino costantemente la Stazione ferroviaria con gli altri quartieri della città. Niente di impossibile, basta introdurre la norma nel capitolato del prossimo appalto per il trasporto urbano.
3) Eliminare il parcheggio delle auto private in Piazzale Kambo, riservandolo alle auto pubbliche e ad un piccolo parcheggio "Kiss and go" (parcheggio per il tempo necessario ai saluti e all'eventuale scarico dei bagagli). Eliminare il parcheggio delle auto private in Piazzale Giovanni XXIII e destinare l'intera area a verde pubblico. La prevista realizzazione di un parcheggio multipiano da realizzarsi alle spalle della Stazione ferroviaria, che fine ha fatto?
4) Ridurre allo stretto necessario il parcheggio in Via Verdi e in Via don Minzoni; specie in quest'ultima la presenza di auto parcheggiate ai lati della strada crea delle strozzature che rallentano il traffico, determinando costantemente code, specialmente a valle delle immissioni di traffico di Via Mascagni e di Via Respighi».

ANAGNI. DIFFERENZIATA, CACCIA AGLI ABUSIVI
 
La Provincia FR, 22.04.11, p. 26
Immondizie indifferenziate nel centro cittadino, inizia la caccia agli abusivi. L'addebito ai cittadini extracomunitari domiciliati all'interno delle Mura Ciclopiche, di gran parte della responsabilità dei rifiuti ammonticchiati nei vicoli, s'è rivelato non peregrino; e meritevole comunque di approfondimento. Pare infatti che la mancata attivazione del sistema di raccolta differenziata, da parte dei nuovi cittadini, non sia dovuta a mancanza di informazione o volontà di far male, bensì ad una motivazione tanto semplice, quanto disarmante: le famiglie provenienti dall'estero, da poco domiciliate ad Anagni, non sono state dotate dei contenitori, essenziali per assolvere tale tipo di incombenza. E come un cane che si morda la coda, la questione rimpalla da una parte all'altra: Anagni cresce in numero di abitanti; al riconoscimento di tale stato, che dà diritto ad una serie di cose giuste, pare non vengano collegate in automatico le prescrizioni che tutti auspicherebbero, dall'obbligo della titolarità delle utenze, a quello del pagamento della tassa per il servizio di nettezza urbana (tarsu). Come se non bastasse, ai rifiuti pagati da chi risulta negli elenchi comunali e non da chi li produce, si aggiungono quelli depositati nelle piazzole o gettati dappertutto, dai residenti dei paesi limitrofi. È stato accertato che numerosi residenti a Paliano, Sgurgola, Piglio ed altri comuni, trasportano in auto i sacchetti contenenti immondizia, e li depositano (spesso gettandoli dal finestrino) in territorio anagnino. Una situazione reale, avvalorata pure da dati sconcertanti: nonostante la raccolta differenziata, che comprende o dovrebbe comprendere la massa dei rifiuti prodotti, quelli "indifferenziati" corrispondono ad una quantità più o meno pari al totale del raccolto col vecchio sistema!

ANAGNI-SGURGOLA. SI RIVEDE LA SCHIUMA NELLA CASCATA
La Provincia FR, 22.04.11, p. 26
 
Ritorna la schiuma nella cascata tra Anagni e Sgurgola, gli ambientalisti delusi ricordano gli impegni traditi dalla politica. All'inizio della campagna elettorale che sta infiammando Sgurgola, i giovani che avevano creduto nello spirito ambientalista dell'ex sindaco Luciana Perfetti si dichiarano delusi, addebitando alla stessa inerzia rispetto alle problematiche che, prima di essere eletta, sembravano starle a cuore. La salute dei cittadini e del territorio, è al centro delle polemiche, ed i tre candidati (Luciana Perfetti, Antonio Corsi ed Eugenio Lepri), saranno chiamati a giurare formalmente sull'attuazione del programma formulato da ognuno. Intanto ieri mattina l'obiettivo attento di chi scrive, fotografava un insolito spettatore ai piedi della cascata, un magnifico uccello migratore che sembrava chiedersi "avrò mica sbagliato strada?".

ANAGNI. GETTAVANO RIFIUTI OVUNQUE, PRESI
La Provincia FR, 24.04.11, p. 22
 
Nei giorni scorsi gli uomini delle Fiamme Gialle della Brigata di Anagni, comandati dal Luogotenente Giuseppe Ceglie, hanno rintracciato alcuni personaggi che, credendo di poter continuare a farla franca, gettavano rifiuti a lato della strada.
In qualche caso si sarebbe trattato di piccoli imprenditori che, col pretesto di non avere a disposizione luoghi idonei e specifici, cercavano di disfarsi dei materiali provenienti da cantieri. Se è vero che il Comune di Anagni non è ancora dotato di un sito dove scaricare inerti e calcinacci, è altrettanto credibile che i proprietari degli immobili accettino, nel preventivo dei lavori, di sopportare il costo dello smaltimento, solitamente effettuato presso apposite discariche esistenti a Segni, Paliano e Colleferro.
La collaborazione dei cittadini si sta rivelando preziosa, per il buon fine di indagini ed accertamenti fortemente voluti dal comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Salato. Sono numerosi, finalmente, gli anagnini che segnalano situazioni particolari; e quando alla descrizione dell'automezzo dal quale vengono scaricate schifezze, si aggiunge il numero di targa, è tutta un'altra cosa.
Un cittadino residente in periferia, stufo di dover sopportare il cumulo di rifiuti nei pressi della propria abitazione, aveva notato che nelle prime ore del mattino, alcuni furgoni si arrestavamo nei pressi; col motore acceso, i conducenti scendevano scaricando scatoloni e sacchetti pieni di ogni cosa, subito dopo allontanandosi come se nulla fosse accaduto. L'altro giorno ha chiesto aiuto al figlio, ed appostandosi vicino al cancello di casa, riuscivano a cogliere in flagrante il maleducato. La foto è finita sulla scrivania del comandante Ceglie, e l'autore del gesto sarà punito come merita.