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Riconversione Ecologica

SIN Bacino del fiume Sacco, stato cronoprogramma novembre 2022


Comunicato Stampa Retuvasa

SIN Bacino del fiume Sacco, lo stato dell’arte del cronoprogramma a novembre 2022

 
In data 12 marzo 2019 è stato sottoscritto l'Accordo di programma "per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sito di interesse nazionale Bacino del Fiume Sacco" tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Lazio (aggiornato successivamente con decreto n. 62/2021).
Ricordiamo che gran parte dei fondi a disposizione, circa 32mln di euro erano derivanti dai FSC (Fondi di Sviluppo e Coesione) ministeriali e regionali con scadenza fine 2021 prorogati a fine 2022 per effetto della pandemia da Covid19, una minima parte, circa 21mln di euro come fondo avanzato dalla precedente gestione commissariale e da altri fondi nazionali.

Ma andiamo ad analizzare lo stato dell’arte degli interventi.
  1. Siti prioritari
All’interno delle attività erano stati definiti n. 9 siti prioritari per i quali era necessario effettuare rimozione rifiuti, caratterizzazioni e messa in sicurezza di Emergenza (MISE), ridotti successivamente ad n. 8 per l’esclusione dell’ex Cava Pietrisco Anime Sante (Ceccano).
Stiamo parlando di Ponti della Selva (Paliano), ex polveriera (Anagni), ex Cartiera (Ferentino), Bosco Faito-ex BPD (Ceccano), ex stabilimento Annunziata (Ceccano), ex Cartiera Vita Mayer (Ceprano), ex Industrie Olivieri (Ceprano), ex Europress (Ceprano).
Con Determinazione regionale G09565 del 20.07.22 sono stati approvati gli atti di gara e l’autorizzazione ad indire il bando per l'affidamento dei "servizi di rimozione dei rifiuti abbandonati, caratterizzazione, rimozione amianto e supporto logistico al campionamento delle acque ai fini del monitoraggio delle acque ad uso potabile, irriguo e domestico", suddivisa in n. 9 lotti funzionali.
Con Determinazione regionale G15155 del 04.11.22 il bando di gara europeo viene aggiudicato a ditte o raggruppamenti temporanei di impresa (RTI).
Questo è da considerare uno degli interventi più importanti nell’ambito delle attività di bonifica e permetterà di salvaguardare l’alveo del fiume e le aree prospicenti da possibili infiltrazioni di elementi contaminanti derivanti dai siti in questione.

Monitoraggio delle acque
 
Come visto in precedenza nell’ambito della sopracitata gara è stato inserito anche un lotto per l’affidamento delle attività di supporto logistico propedeutiche al campionamento e monitoraggio delle acque, che effettuerà Arpa Lazio secondo apposita convenzione aggiudicato con la medesima determina. 
Con Determinazione della Giunta Regionale n. 225 del 30.04.20, la Regione Lazio, infatti, aveva approvato le linee di indirizzo sulle attività di monitoraggio al fine di coordinare le azioni amministrative con le esigenze tecnico – operative in ogni fase dell'intervento e di ottimizzare l'esecuzione dello stesso. A seguito di tale Determinazione, a novembre 2021 la Regione ha sottoscritto e avviato un accordo interistituzionale con ISPRA, ISS, ARPA Lazio, ASL RM5 e ASL Frosinone nell’ambito del quale sono state condotte alcune indagini preliminari.
Obiettivo dell’intervento è l’elaborazione di uno studio idrogeologico dell'area ricompresa nel SIN "Bacino del fiume Sacco" volto all'individuazione e descrizione degli acquiferi di interesse ai fini del monitoraggio idrochimico delle acque sotterranee.
Il monitoraggio delle acque sotterranee del SIN avrà quale scopo principale la definizione del modello concettuale e l'aggiornamento dello stato di qualità della risorsa idrica sotterranea all'interno del perimetro del Sito di Interesse Nazionale.
  1. Discarica delle Lame (Frosinone)
Sulla discarica delle Lame a Frosinone c’è da ribadire il fatto che le operazioni riguardanti la bonifica sono per:
predisposizione del sito con ripristino della viabilità e del sistema di raccolta acque meteoriche; censimento e ripristino dei piezometri esistenti; verifica della presenza di eventuali sorgenti di contaminazione non note e stato del corpo rifiuti;
caratterizzazione e progettazione preliminare di bonifica con realizzazione sondaggi, piezometri e sonde SGS; caratterizzazione idrogeologica; campionamento e analisi matrici ambientali; rimozione rifiuti delle indagini; documenti della caratterizzazione;
MISE (Messa in Sicurezza di Emergenza) con realizzazione di sondaggi nel corpo discarica; prelievo di campioni e analisi dal corpo discarica; rimozione e ripristino telo di copertura sorgente primaria; rimozione della sorgente primaria di contaminazione; eventuale trattamento delle acque sotterranee.
Il tutto afferente alla protezione dell’alveo del fiume Sacco da possibili contaminanti provenienti dal corpo discarica, di certo non la rimozione dei rifiuti abbancati in una discarica dai risvolti decennali di varia natura inclusi quelli giudiziari (inizio 1956, chiusura nel 1998, riapertura 2001-2002, chiusura definitiva 2002).
Nei primi mesi del 2022 la Regione Lazio ha elaborato e presentato al MITE il piano di caratterizzazione del sito. Il piano di caratterizzazione è stato sottoposto a Conferenza dei Servizi presso il Ministero ed è stato approvato con Decreto Direttoriale n. 146 il 04/08/2022.
Con Determinazione regionale n. G12418 del 20.09.2022 viene approvato il bando di gara telematico pubblicato il successivo 23/09/2022.
Il bando di gara è scaduto il 27.10.2022, se ne attende l’esito.
 
  1. Caratterizzazione aree agricole ripariali
Questo è uno degli altri punti importanti tra le attività di bonifica. La caratterizzazione delle aree agricole riguarda i 100mt. a sx e dx del fiume Sacco e le aree di esondazione e ci riporterà il grado di contaminazione delle stesse, per dirla in parole semplici la fotografia allo stato attuale. Alla fine della fase di caratterizzazione sarà possibile sapere quanto e come siano contaminate tali aree e in caso di esiti negativi anche per lotti non omogenei si potrà procedere alle attività di de-perimetrazione per i luoghi risultanti conformi alle Leggi nazionali.
Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 140 del 31.03.2020 è stato approvato il progetto di caratterizzazione a seguito della quale è stata stipulata la Convenzione in cui si conferma la collaborazione tra ISS (Istituto Superiore di Sanità) e IZSLT (Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana) per la parte tecnico scientifica.
Per lo svolgimento delle attività di campionamento e analisi dei terreni è stata espletata una gara che ha portato all’aggiudicazione del servizio ad un operatore esterno con determinazione n. G02796 del 10/03/2022.
Attualmente si sta procedendo, secondo il progetto approvato, con i primi Comuni della parte definita NORD, secondo un cronoprogramma generale che prevede un’attività di circa 20 mesi.
 
  1. Indagine Epidemiologica
Con Determinazione della Giunta Regionale n. G06907 del 13.06.2020 è stato approvato lo schema di Convenzione per la “Realizzazione del programma di valutazione epidemiologica nei comuni ricadenti nel SIN Valle del Sacco”, con affidamento al DEP Lazio (Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio, ASL Roma.  Il progetto denominato INDACO prevede.
La costruzione della piattaforma “Stato di salute della popolazione Valle del Sacco” che contiene indicatori sviluppati nell’ambito del sito www.opensalutelazio.it ;
La conduzione di studi epidemiologici di associazione tra esposizioni ambientali ed esiti di salute (studio di coorte);  
La conduzione della terza fase di Sorveglianza e biomonitoraggio del beta-HCH su un campione di    1.200 persone, (le precedenti fasi includevano rispettivamente 600 e 854 residenti),
Il progetto prevede la realizzazione di un sito web dedicato che includerà anche una Survey sulla percezione del rischio ambientale rivolto a tutta la popolazione residente, a cui sarà possibile aderire su base volontaria.
Il progetto è già in fase avanzata di realizzazione e il sito web, a breve disponibile, verrà presentato attraverso iniziative pubbliche organizzate con il DEP lazio, le ASL e i Comuni coinvolti. 
 
  1. ARPA 2 Colleferro
L’ARPA Lazio ha effettuato nel 2021 i carotaggi nel comprensorio industriale di Colleferro per stabilire i valori di fondo naturale propedeutici alla MISP (Messa in Sicurezza Permanente) di ARPA 2.
Attualmente per la discarica di rifiuti industriali è in fase di progettazione esecutiva con bando di gara aggiudicato da tempo. Il sito di Caffaro Chetoni seguirà ARPA 2.
 
Conclusioni

L’accordo di Programma stipulato il 12 Marzo del 2019 prevedeva la chiusura di questa fase a fine 2023.
E’ evidente che i tempi si stiano dilungando, comprensibilmente per fattori esterni come la pandemia da Covid 19 che ha rallentato le attività. Inoltre c’è da aggiungere la nomina del Commissario per la bonifica, inteso come RUA (Responsabile Unico dell’Attuazione) in sostituzione della precedente Flaminia Tosini incorsa in vicende giudiziarie. Non di poco conto le difficoltà per la gestione burocratico-amministrativa di un SIN molto complesso e disomogeneo nella sua struttura, con numerosi attori in gioco tra Enti nazionali, regionali e locali.
Nel periodo intercorso l’area bonifiche della Regione Lazio, pre e post Commissario, ha lavorato per la stipula di convenzioni, preparazione dei bandi di gara, pubblicazione ed esiti degli stessi, contatti con le amministrazioni locali, inizio dei lavori per alcune tipologie di attività.
Secondo il nostro parere si sta raggiungendo l’obiettivo economico-operativo legato ai FSC entro il 31 dicembre 2022, con conseguente svincolo dei fondi ad essi legati per circa 43mln di Euro che saranno impegnati per le attività inserite nell’Accordo di Programma, il che permette di avere a disposizione ulteriori fondi, non vincolati, per le attività che li richiederanno.
 
Valle del Sacco, 25.11.2022 
 

SIAMO RE.TU.VA.SA., ASSOCIAZIONE NON DOMESTICA NÉ ADDOMESTICATA


COMUNICATO STAMPA RETUVASA

SIAMO RE.TU.VA.SA., ASSOCIAZIONE NON DOMESTICA NÉ ADDOMESTICATA
 
 
 
I tre sindacati confederali della Provincia di Frosinone (https://www.alessioporcu.it/articoli/i-sindacati-si-schierano-con-il-green-e-con-saxa/) ci chiamano pesantemente in causa, in relazione ai progetti di Saxa Gres sul territorio di Anagni. Non possiamo non replicare, in particolare, alla seguente affermazione: “Siamo stanchi di associazioni domestiche che spaventano le aziende con atteggiamenti pretestuosi ed inutili, entrando nel merito di progetti complessi di cui non hanno alcuna conoscenza e competenza per intervenire”. Un’affermazione che è difficile non considerare superficiale e offensiva. Ma rispondendo non intendiamo alimentare la polemica; al contrario, intendiamo fare chiarezza e promuovere un dialogo, quantomeno potenzialmente, costruttivo.

In primo luogo, non possiamo non rammentare alcune (e solo alcune) delle azioni dispiegate in 13 anni di attività, a puro titolo di volontariato, sottraendo tempo al nostro lavoro e alle nostre famiglie nel tentativo di costruire il bene della Comunità. Azioni richiedenti notevoli e molteplici conoscenze e competenze, distribuite tra i membri dell’Associazione.

Alcune azioni “costruttive”

Partecipazione, in maniera propositiva, a tutte le attività del SIN “Valle del Sacco”, dalla sua istituzione ad oggi; costante contributo alle conferenze dei servizi che ne hanno definito la nuova perimetrazione; informazione alla cittadinanza sulla natura del SIN e sulle ragioni della sua istituzione, sulla sua essenziale funzione per la difesa della salute e dell’ambiente;

Partecipazione attiva al coordinamento nazionale dei SIN, nonché delle azioni dei Comitati e delle Associazioni che agiscono nei territori dei SIN;
Organizzazione di incontri pubblici su modelli di sviluppo sostenibile per il territorio, ad esempio quella con partecipazione del direttore culturale del distretto di Essen (Ruhr);

Organizzazione di incontri pubblici di informazione alla cittadinanza con enti come Regione Lazio, Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana, DEP Lazio;
Collaborazione con la Fondazione Kambo alla costruzione di un Master Plan per la Valle del Sacco (con forte partecipazione, tra l’altro, delle associazioni di categoria degli industriali e dei sindacati confederali);

Realizzazione di numerosi progetti di educazione ambientale nelle scuole;

Partecipazione a decine di eventi televisivi e a cronache e approfondimenti nelle testate giornalistiche (ad esempio, TG1, TG2, TG3, RAI News, Le Jene, Report, Repubblica TV, Extra TV, Lazio TV, Il Fatto Quotidiano, Il Messaggero, Il Tempo, Il Manifesto, Ciociaria Oggi, Extra TV, Lazio TV);
Partecipazione, con le nostre testimonianze a progetti editoriali come "Così ci uccidono" di Emiliano Fittipaldi, "Malaterra" di Marina Forti, "Roma come Napoli" di Nello Trocchia.

Alcune azioni “di contrasto”

Azioni e osservazioni procedurali contro aeroporto di Frosinone, che si sono rivelate decisamente fondate;
Azioni e osservazioni procedurali contro progetto di incenerimento di car fluff, proposto da Marangoni ad Anagni, poi non autorizzato;
Azioni e osservazioni procedurali contro rinnovo inceneritore pneumatici Marangoni ad Anagni;
Azioni e osservazioni procedurali contro inceneritori e rinnovo/ampliamento discarica di Colleferro, sempre ammessi nei ricorsi al TAR;
Partecipazione al progetto di urbanizzazione dell'attuale parco del Castello Vecchio a Colleferro, divenuto in seguito un importante patrimonio pubblico;
Partecipazione a numerose attività e mobilitazioni nei territori di Ferentino, Frosinone, Ceccano, Ceprano, Patrica;
Partecipato al processo Valle del Sacco come parte civile.

Naturalmente, le azioni “costruttive” e “di contrasto” sono strettamente collegate, cospirano a un unico disegno, un modello di sviluppo autenticamente sostenibile per la Valle del Sacco, capace di elevare la qualità della vita, promuovere il benessere e l’occupazione, tutelare la salute della popolazione.

Le conoscenze e le competenze presenti nell’associazione sono sempre state in dialogo e condivise con quelle di esperti esterni di varia provenienza, comportando in genere lunghe e faticose attività di studio. Ci piace almeno ricordare la collaborazione con la Prof.ssa Margherita Eufemi, che tanto ha contribuito a chiarire gli effetti del beta-HCH sulla salute umana. La condivisione delle conoscenze specialistiche, in un processo di apprendimento progressivo da parte dei cittadini, ha aperto inoltre la possibilità di raccogliere e chiarire le esperienze di vita dei cittadini stessi, che sono usciti così dall’isolamento, costruendo cultura, solidarietà e partecipazione democratica. In questo ci sentiamo eredi della migliore tradizione sindacale.

Riteniamo che i sindacati svolgano un ruolo fondamentale, tutelando i diritti dei lavoratori. E non possiamo non apprezzare la sollecitudine e la preoccupazione espressa in riferimento ai lavoratori impegnati nel processo produttivo in questione. Tuttavia, ci sembra che i sindacati, in questa e in altre ancor più plateali occasioni (15 posti di lavoro nell’inceneritore di pneumatici Marangoni, con tutte le conseguenze che tale impianto ha comportato), rischino essi stessi una deriva decisamente “domestica”, nonché “addomesticata” agli interessi e ai capitali di turno. Parcellizzare le vertenze sindacali perdendo di vista l’insieme è un tragico errore storico dell’operato sindacale nella Valle del Sacco, come illustra il recente libro di Annamaria Mariani, in collaborazione con docenti dell’Un. di Roma Tre, edito dall’Associazione Oltre l’Occidente, “Realtà identitarie smarrite. Rilettura della evoluzione dei modelli antropologici in Ciociaria dagli anni Cinquanta ad oggi”. Come ieri l’industria ha portato benessere solo apparente, lasciandosi dietro il deserto per tante altre opportunità lavorative (per non parlare delle conseguenze ambientali ed epidemiologiche), oggi la “Transizione ecologica” rischia di diventare la nuova Cassa del Mezzogiorno, se le attività produttive promosse non costituiranno un’economia autenticamente circolare e se produrranno forti impatti per l’ambiente e la salute, inficiando altri settori occupazionali.

Per questo abbiamo promosso una riflessione, definita “vertenza per la Valle del Sacco”, su cui vogliamo ricreare mobilitazione, cooperazione e co-progettazione tra tutti i soggetti economici, sociali ed istituzionali della nostra Valle. I sindacati, animati da autentico spirito di dialogo e privi di pregiudizi e riduzionismi, dovrebbero costituirne parte integrante.

Sui progetti di Saxa Gres, sono agli atti le motivazioni della nostra opposizione e di quelle rappresentate dal prezioso contributo di altre Associazioni e Comitati. La condivisione delle conoscenze e il pubblico confronto costituiscono un nostro fondamento metodologico. Al confronto pubblico invitiamo chiunque abbia qualcosa da dire e intenda esprimere le proprie ragioni.

Saluti solidali.

Valle del Sacco, 03.08.2021

 

Colleferro e la cultura delle armi.


Comunicato Stampa Retuvasa

Colleferro e la cultura delle armi


 
Nel mondo la guerra, le guerre non si sono mai interrotte dai milioni di morti del Congo alla macelleria dello Yemen.  La guerra continua ad essere strumento per risolvere conflitti e regolare l’accesso alle ricchezze del pianeta, devastando regioni di soluzione dei conflitti che nascono dalla volontà di appropriarsi delle risorse strategiche delle diverse regioni del globo. Guerre che distruggono le condizioni di vita di intere popolazioni, mentre il modello di sviluppo produce la migrazione verso le aree urbane con conseguente sviluppo di gigantesche megalopoli verso le nazioni più sviluppate. La guerra è un elemento fondamentale e necessario per il modello di sviluppo dominante, certamente non l’unico, ma ineliminabile.
 
Il nostro paese è diventato una posta in gioco simbolica dello scontro politico -la contesa è su poche decine di migranti salvati dalle ONG, mentre contemporaneamente centinaia di altri sbarcano autonomamente, senza contare quelli che nel frattempo sono annegati-, soprattutto da parte di chi punta ad esasperare le contraddizioni e le reazioni dei cittadini italiani, soprattutto le parte più povera esasperata dalle proprie condizioni di vita, incapace di mettere in piedi autonomamente un conflitto, una lotta per migliorare le proprie condizioni di vita, a cui è facile proporre un capro espiatorio.
In questo contesto globale, nazionale e locale è necessario fare i conti con il ruolo che gioca l’industria degli armamenti del nostro paese.
 
Un riconoscimento particolare va riconosciuto agli attivisti che combattono contro la RWM Italia e la sua fabbrica di Domusnovas-Iglesias in Sardegna, che esporta armamenti verso l’Arabia Saudita artefice -nel silenzio globale- dell’eccidio nello Yemen.
Nessuna voce si alza in difesa di quelle popolazioni vittime di un massacro quotidiano da parte dei governi del mondo: lo Yemen non ha risorse da depredare, quindi può tranquillamente affondare nel mare dell’indifferenza.
La produzione di armamenti -bombe per aereo- della RWM Italia -100% di capitali tedeschi-, prima S.E.I. Società Esplosivi Industriali SPA, è un'attività insediatasi da poco meno di venti anni, nell’Iglesiente, territorio piagato dalla disoccupazione, facilmente ricattabile.
Colleferro fa da contraltare, ha nel DNA la cultura delle armi, Colleferro ha quel marchio di fabbrica che poche città italiane hanno “l’onore” di avere. A Colleferro si è nati e cresciuti con gli esplosivi nel giardino di casa. Colleferro è stata strategica nelle guerre mondiali e nel panorama industriale del nostro Paese. Colleferro ha dato da mangiare al popolo contadino bisognoso di cibo, ha permesso a tanti giovani di studiare, li ha resi edotti e volenterosi di sapere.
 
Tutto ciò però è splendidamente terminato.
 
L’industria bellica è oggi il residuo di un apparato industriale che mentre produceva ed esportava strumenti di morte, produceva e diffondeva sostante che portavano malattia e morte in tutto il territorio circostante.
Come dicemmo anni fa “la morte dentro e fuori”.
 
Oggi l’innovazione tecnologica, la forte concorrenza, l’impatto di armamenti ipertecnologici rende l’assetto industriale bellico di Colleferro ridicolo rispetto agli allori del passato, ma la cultura delle armi permane, ridimensionata, non più eccellenza italiana come un tempo, da tempo proprietà straniera.
La relazione del Governo per le autorizzazioni alle esportazioni nell’anno 2018 parla chiaro, c’è il crollo dell’interesse per il prodotto locale, ma il signore della guerra non demorde e attende con calma che ci sia una ripresa, qualche nuovo conflitto che gli permetta di risollevarsi.
 
La Simmel Difesa Spa segue l’onda nazionale riguardo al netto ridimensionamento delle esportazioni di armamenti.
Nel 2018 il paese ha subito un -53,78% rispetto al 2017 (-66,71% rispetto al 2016) di valore di autorizzazioni alle esportazioni passando da circa 10mld di euro a circa 5 mld di euro -erano 14mld di euro circa nel 2016-, cifre che comunque dovrebbero far riflettere su quanto possa essere ghiotta l’economia delle armi, e se il mercato estero è in ribasso allora si passa ad alimentare quello interno.
 
Nel 2018 la fa da padrone il Qatar con circa 2Mld di euro di richieste di armamenti dall’Italia -in seconda posizione il Pakistan, in terza l’Egitto-, lo scorso anno il primato spettava all’Arabia Saudita, complice anche la RWM Italia. A lume di naso tutti paesi che i diritti umani non sanno proprio dove siano di casa, alcuni sono anche in guerra e ciò contrasterebbe con la Legge italiana di riferimento, la 185/90, ma si sa in alcuni casi le Leggi vengono lasciate a libera interpretazione.
 
La Simmel Difesa SpA nel 2018 riceve autorizzazioni alle esportazioni per circa 23,6mln di euro contro i circa 60mln di euro del 2017 e i circa 45,5 mln di euro del 2016.
Facile intuire che è una azienda in decrescita, difficile intuirne il destino visto che in questo ventennio di insediamento dopo l’acquisizione del comparto bellico della ex Snia BPD, ha visto prima la cessione in mani inglesi, Chemring Group PLC, e da qualche anno in mano ai francesi, Nexter, gruppo societario di proprietà dello Stato transalpino.
 
La tipologia di produzione è cambiata di poco, i francesi l’hanno acquisita con tutta probabilità per il know how, la Simmel Difesa è l’unica in Italia che produce proiettili per i cannoni navali della Oto Melara, calibro 76/62, oltre a classiche produzioni come le bombe da mortaio illuminanti, 81mm, che schiariscono i cieli di guerra, o la testa di guerra del Missile anti-missile Aster frutto di cooperazione internazionale a cui partecipa anche la AVIO Spa, anch’essa sede di Colleferro.
 
Colleferro ha da decenni l’Arabia Saudita come cliente, la stessa di RWM Italia; circa 5mln di euro di spesa dal più grande paese della penisola arabica, un buon 20% del totale autorizzato all’esportazione per il 2018. L’India però si attesta a circa 13mln di euro di acquisti (più del 50% del totale), poi le Filippine, l’Egitto, la Grecia.
Insomma un variegato parco clienti, da più di 100 anni contribuisce a rifornire di armi le guerre, nei decenni passati anche con strumenti poi banditi dalla comunità internazionale come le mine antiuomo, le armi chimiche -nel caso di Colleferro ancora più subdola perché si fornivano ai clienti i test per modificare gli armamenti “convenzionali” forniti come i razzi Firos o i proiettili di artiglieria da 155mm, in vettori chimici-, le cluster bombs.
 
Un’onta che non potrà mai essere lavata.
 
Ora in seguito all’intervento del precedente Governo, che con un provvedimento ha posto il veto alla vendita di RWM Italia all’Arabia Saudita, di cui peraltro non si riesce a trovare traccia documentale, ci si attende che si faccia luce anche sulle esportazioni di Colleferro.
 
Qualcuno ci potrebbe domandare che cosa se ne fa dei lavoratori in caso di crollo delle vendite.
 
Riconosciamo le complessità e le difficoltà di sviluppare produzioni alternative, proprio per questo come movimenti abbiamo aperto un percorso che punta a costruire una vertenza di tutta la Valle del Sacco con l’obiettivo dare vita ad un modello di società, di uso del territorio, di filiere produttive, non solo compatibile, ma capace di ricostituire gli equilibri ambientali devastati nei decenni passati, di valorizzare le risorse del territorio.
 
La sfida non è delle più semplici, ma credere nella Vita è la nostra forza.
 
 
Colleferro, 21.09.2019
 
P.S. Invitiamo a sintonizzarsi su Rai2 Protestantesimo, programma curato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia in convenzione con la Rai, lunedi 23 settembre ore 8.00 per un interessante servizio su Colleferro e Domus Novas-Iglesias.
 
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